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1/22/2013
Nel 2009 il Monte dei Paschi di Siena ha truccato i conti con una operazione di ristrutturazione del debito per centinaia di milioni di euro. Secondo una ricostruzione pubblicata dal Fatto Quotidiano, l'operazione, denominata Alexandria, fu portata a termine quando alla guida della banca c'erano Giuseppe Mussari come presidente e Antonio Vigni come direttore generale.
Il contratto (si tratta di un derivato sottoscritto con la banca giapponese Nomura che risale al 2009), prosegue il quotidiano, oggi impone una correzione nel bilancio 2012 di circa 220 milioni di euro anche se i consulenti nominati dalla banca (Pricewaterhousecoopers e Eidos) stanno cercando in questi gironi di quantificare su il buco reale creato nei conti di Rocca Salimbeni, rimasto segreto e nascosto per tre anni e mezzo e scoperto dagli attuali vertici della banca solo lo scorso 10 ottobre 2012.
Secondo quanto ricostruisce il Fatto quotidiano, oggetto dell'operazione erano due contratti, apparentemente slegati ma in realtà connessi l'uno all'altro. La prima operazione permetteva a Mps di scaricare su Nomura la perdita del contratto derivato Alexandria e di abbellire il bilancio 2009 mentre la seconda, invece, "rimborsava di fatto" la banca giapponese in quanto Mps acconsentiva ad "entrare in un asset swap e in due operazioni pronti contro termine a 30 anni legate a tale swap". Anche a seguito delle ricadute dell'operazione, scrive il quotidiano, Mps potrebbe aver alzato da 3,4 a 3,9 miliardi la dotazione dei Monti bonds richiesta al ministero dell'Economia
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