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Contestazioni a Prisma SGR

1/22/2013

Banca d'Italia mette nel mirino Prisma SGR, società di gestione guidata da Alberto Carpani e controllata al 60% circa da Roberto Villa.


Banca d'Italia mette nel mirino Prisma SGR, società di gestione guidata da Alberto Carpani e controllata al 60% circa da Roberto Villa, ex presidente della Richard Ginori 1735, recentemente fallita tramite la Jallerops.


Secondo quanto risulta da ambienti vicini alla Vigilanza, infatti, dopo una lunga ispezione condotta fra maggio e agosto 2012, l'istituto centrale ha fatto pervenire agli organi esecutivi di Prisma una serie di contestazioni formali su cui la SGR invierà controdeduzioni.

 

Gli ispettori hanno sollevato una serie di criticità sulla governance della società. La Vigilanza ha rilevato come «in un quadro di esaurimento delle gestioni in delega, l'espansione nel settore degli Oicr immobiliari con l'acquisizione di Zero SGR(dalla Fimit di Massimo Caputi, ndr), perfezionata nel luglio 2011, non è stata affiancata a più di un anno dall'operazione dalla predisposizione di presidi organizzativi e di controllo adeguati alla mutata complessità dell'attività», così come «carente» è anche la pianificazione strategica.


Inoltre il patrimonio di vigilanza risulta «sensibilmente inferiore a quanto preventivato: 1,1 milioni di euro invece che di 5,4 a motivo dell'errata quantificazione dell'avviamento», quindi «non risulta idoneo a garantire un sufficiente margine a fronte dei rischi aziendali». Di più: «non sono state sufficientemente vagliate le problematiche connesse all'elevata esposizione creditoria (41% dell'attivo di bilancio 2011) per commissioni di gestione risalenti fino al 2009 nei confronti del Fondo Due, in situazione di grave difficoltà finanziaria». Stigmatizzato anche il «contesto caratterizzato da significativi legami tra il titolare effettivo della società, Villa, ed esponenti aziendali (_), ostacolando anche il pieno dispiegarsi del ruolo di indipendenza che va riconosciuto al presidente».

 

Dopo l'ispezione il presidente Salvatore Catalano aveva sollecitato il board sia a eliminare il conflitto d'interessi sia a varare una ricapitalizzazione adeguata. Non ricevendo risposta, ha rimesso il mandato da presidente.
 

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