Se nel 2013 la crescita globale farà un pochino meglio rispetto allo scorso anno (passando al 3,3% dal 3,1% atteso per il 2012) per poi accelerare l'anno successivo al 4,1%, Goldman Sachs in un recente report sottolinea come i rischi provenienti dall'Eurozona siano di portata minore rispetto agli scorsi 12 mesi, soprattutto grazie agli ultimi interventi straordinari della Bce che hanno allontanato l'ipotesi di una rottura dell'euro o di un'uscita dall'area comune di uno o più paesi.

Nel breve termine la banca americana, quindi, prevede un ostacolo soprattutto nelle negoziazioni sul tetto del debito negli USA e nel rallentamento della crescita statunitense previsto nel primo trimestre (poi  il Pil tornerà ad accelerare nella seconda parte dell'anno). Sul fronte degli investimenti, la banca americana continua a sovrapesare le azioni sia in un orizzonte di 3 sia di 12 mesi, che saranno supportate da una combinazione di tre fattori: il rimbalzo nella crescita globale, l'accelerazione della crescita degli utili e premi per il rischio elevati.

Nelle commodity, Goldman Sachs vede un mercato del petrolio stabile, con un prezzo al barile che rimarrà ancorato ai 90 dollari. Tuttavia, considerati i recenti aumenti, esclusi i metalli preziosi, e i rischi provenienti dagli USA, la banca sta spostando la propria raccomandazione a neturale sia per il primo trimestre sia per i prossimi 12 mesi. Sul fronte obbligazionario, visto che i rendimenti dei governativi rimarranno bassi quest'anno, e che la ricerca del rendimento si è notevolmente attenuata, Goldman Sachs ritiene che la migliore scelta sia nel credito societario.