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3/15/2011 | redazione
I 17 ministri finanziari dell'Eurogruppo non sono riusciti a definire tutti i dettagli tecnici dell'accordo politico concluso a grandi linee dai capi di governo venerdì scorso. Hanno così indetto una nuova riunione per il 21 marzo prossimo. Restano divisioni sull'aumento del fondo salva-Stati (soprattutto sull'esborso della parte in contanti), sul rigore nei conti pubblici, sulle misure anti-crisi e sul governo comune dell'economia. Ma si punta sempre a concludere sul summit Ue del 24 e 25 marzo prossimi. Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha ottenuto a Bruxelles che gli impegni di rientro del debito pubblico considerino gli "altri fattori rilevanti", a partire dal risparmio privato.
Il commissario per gli Affari economici, il finlandese Olli Rehn, ha confermato l'attenzione "anche al debito privato, se ha un impatto sulla spesa per gli interessi del debito pubblico". Il presidente dell'Eurogruppo, il lussemburghese Jean Claude Juncker ha commentato i dati italiani dicendosi sicuro della "volontà del governo italiano di correggere verso il basso il debito pubblico". Lo stesso presidente ha ammesso le divergenze tra i ministri precisando che non sono enormi. Le divisioni riguardano i limiti anti-speculazione per le vendite allo scoperto sui titoli di stato. L'Eurogruppo ha espresso preoccupazione per la crescita a causa del terremoto in Giappone, la crisi del Nord Africa e l'inflazione in salita per i prezzi delle materie prime.
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