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2012 da record per i bond

1/2/2013 | Redazione Advisor

L'annata ottima dei titoli di Stato europei la si deve anche ai grandi investitori stranieri


 

L'anno appena passato è stato avaro con molti, ma non con chi ha avuto il sangue freddo di puntare su quei titoli di Stato europei che a lungo hanno tenuto con il fiato sospeso politici, banchieri e investitori. I bond del Vecchio continente hanno chiuso il 2012 con la migliore prestazione di sempre, con Portogallo, Italia e Irlanda, a guidare il gruppo.

 
"Il principale supporto al mercato è venuto dalla Banca centrale europea che ha evitato il rischio di vendite a pioggia e di una frantumazione della zona euro", spiega Mohit Kumar, responsabile delle strategie di fixed income per Deutsche Bank in Europa. Uno dei momenti cruciali risale a luglio, quando il presidente della Bce Mario Draghi si è detto pronto "a fare qualunque cosa necessaria" per salvare l'unione monetaria. Tra i fattori cruciali ci sono stati anche i passi in avanti fatti dalla politica con i piani per una più forte supervisione bancaria e la marcia verso un maggiore coordinamento tra gli Stati sul fronte dei bilanci.
 
 
Il debito italiano ha chiuso il 2012 a +21%, il primo incremento dal 2009. I titoli sovrani irlandesi hanno fatto +29%, mentre per quelli portoghesi, in base ai dati compilati da Bloomberg, i ritorni per gli investitori sono stati addirittura del 57%, il record dal 1994. Un indice che tiene conto dei bond di tutti i Governi dell'Eurozona ha registrato un aumento del 12%, il dato più alto da quando nel 1999 Bloomberg ha iniziato a tenere la sua serie storica.

 
Dietro queste buone prestazioni ci sono stati in buona parte i grandi investitori stranieri come Pacific Investment Management (che gestisce il più grande fondo di titoli sovrani al mondo) e Blackrock (numero uno mondiale della gestione con asset per 3.700 miliardi di dollari) tornati entrambi a comprare titoli italiani e spagnoli. A spingere le obbligazioni dei due Paesi hanno contribuito nella prima parte del 2012 anche i mille miliardi di euro messi a disposizione dalla Bce attraverso le sue due cosiddette Long-term refinancing operations (Ltro).

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