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Fiscal cliff, suspence alla Camera

1/2/2013 | Redazione Advisor

Il Senato si esprime positivamente. La Camera dei Rappresentanti storce la bocca


"Ho mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale: più tasse sui ricchi e difesa della classe media": il presidente americano, Barack Obama, può cantare vittoria. La Camera dei Rappresentanti, all'ultimo istante utile, vara in via definitiva l'accordo per evitare il fiscal cliff, l'aumento automatico e indiscriminato delle tasse e dei tagli alla spesa pubblica che sarebbe scattato da oggi. 

Un accordo raggiunto in extremis dalla Camera Alta nella notte di Capodanno, e la Camera Bassa ancora indecisa.


Ad essere evitato è stato un vero e proprio disastro economico, che avrebbe quasi certamente portato gli Stati Uniti verso una nuova recessione. Certo, si tratta di un'intesa parziale, che non affronta assolutamente il nodo dei tagli alla spesa pubblica, oggetto di un nuovo negoziato da qui alla fine di febbraio. 

"Quello di oggi è solo un primo passo nella lotta al deficit che resta troppo elevato", ha ammesso Obama, lanciando un appello perché ora si metta a punto un piano equilibrato che permetta alle finanze pubbliche americane di consolidarsi e all'economia di proseguire più velocemente sulla strada della ripresa.




Il sì della Camera dei Rappresentanti al testo che era stato già approvato dal Senato è arrivato dopo una maratona negoziale tra democratici e repubblicani, con questi ultimi divisi tra chi era per chiudere la partita e chi insisteva sulla necessità di un emendamento per introdurre alcuni tagli di spesa. Un clima che ha reso fino all'ultimo incerto l'esito della votazione. 




Alla fine, con 257 sì e 167 no la Camera, a maggioranza repubblicana, ha dato il sospirato via libera. Con il Grand Old Party che si è ritrovato più spaccato che mai. L'aumento delle tasse sui ricchi è la norma che più sta a cuore ad Obama, che per tutta la campagna elettorale ne aveva fatto una vera e propria bandiera. In realtà il presidente avrebbe voluto colpire tutti quelli che guadagnano oltre i 250.000 dollari l'anno. Poi ha dovuto cedere, limitando la platea ai 'super ricchì: le persone con entrate superiori ai 400.000 dollari l'anno e le famiglie con più di 450.000 dollari. 

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