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12/24/2012 | Redazione Advisor
"Quel che importa non è l’origine del capitale, ma la sua destinazione. L’accordo appena firmato per Avio sancisce il riconoscimento della sua centralità nella filiera aeronautica globale e offre alla società un futuro di sviluppo". Parole di Francesco Caio, il manager che da un anno e mezzo è alla guida di Avio e ha coadiuvato gli azionisti Cinven e Finmeccanica nella vendita di buona parte della società a General Electric.
Nell'intervista rilasciata a La Stampa, alla domanda "non è un peccato che Avio, controllata da un private equity straniero, non sia tornata in Italia", Caio risponde: "Si può fare una riflessione più generale su quanti siano i grandi gruppi a capitale italiano in grado di crescere, ma intanto siamo di fronte alla realtà di altre imprese che sono cresciute anche grazie a mercati dei capitali molto più dinamici dei nostri. Del resto ho difficoltà a capire quale sia il passaporto degli investitori di Ge, che per identità e regole è identificato come gruppo Usa".
Che cosa si devono aspettare i dipendenti di Avio da questa operazione? "Investimenti, crescita e formazione. Penso che ci possa essere grande soddisfazione a diventare centro di eccellenza di tutto il gruppo per alcuni settori".
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