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Il WTI potrebbe andare in pensione

12/20/2012

Il 2013 potrebbe segnare il tramonto del West Texas Intermediate (Wti) come benchmark di prezzo sui mercati petroliferi.


Il 2013 potrebbe segnare il tramonto del West Texas Intermediate come benchmark di prezzo sui mercati petroliferi.

 

Il riferimento – che da un paio di anni scambia a forte sconto sul Brent – è già stato abbandonato da molti Governi e compagnie petrolifere.

Persino gli Stati Uniti, patria del Wti, sono passati al riferimento concorrente: l'Energy Information Administration (Eia), divisione statistica del dipartimento per l'Energia, nell'ultimo Annual Energy Outlook ha spiegato di aver adottato il Brent perché ormai è quest'ultimo ad influenzare i prezzi al dettaglio dei carburanti, anche negli Usa. La stessa scelta è stata fatta, per motivi analoghi, dalle compagnie aree Usa Delta e Southwest Carriers.

È recente la conversione al Brent anche da parte della colombiana Ecopetrol e di Petrotrin, compagnia di Stato di Trinidad e Tobago. Mentre l'Arabia Saudita fin dal 2009 ha abbandonato il Wti a favore dell'Argus Sour Crude Index, riferito a un paniere di greggi medium sour del Golfo del Messico.

 

A dare l'affondo definitivo al Wti dovrebbero comunque essere gli investitori. All'inizio del 2013 l'S&P Gsci, uno dei maggiori indici di commodities, si sposterà ulteriormente verso il Brent, aumentandone il peso del 3,99% al 22,34% del suo paniere, mentre il Wti scenderà del 6,25% al 24,71%: una mossa che sarà seguita da numerosi fondi indicizzati e che accentuerà una migrazione già in atto. Quest'anno per la prima volta gli scambi sul Brent all'Ice hanno superato in media quelli sul Wti al Nymex. Inoltre, sta esplodendo l'interesse per le opzioni sul riferimento europeo: anche se il mercato rimane tuttora circa un quarto rispetto a quello delle opzioni sul Wti, i volumi di scambio sono aumentati di oltre il 300 per cento.

 

Tra i motivi per cui i fondi si stanno affezionando sempre di più al Brent c'è anche la struttura del mercato: i futures sono in backwardation, ossia con il prezzo a pronti superiore a quello per consegne più lontane nel tempo. Alla scadenza di un future basta dunque riportare la posizione per garantirsi un profitto. Il Wti, al contrario, è in una condizione di contango che sembra ormai cronica.

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