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Lo spread sfiora la “quota Monti”

12/20/2012

Ad innescare il movimento ribassista più che le questioni italiane sono stati una serie di indicatori globali.


 

Due punti appena. È la distanza registrata ieri tra lo spread Btp/Bund, sceso fino a 289 punti e i 287 punti indicati da Mario Monti come soglia «di soddisfazione».

Ad innescare il movimento ribassista più che le questioni italiane sono stati una serie di indicatori globali.  

 

 

Intanto, le attese circolate nella mattinata di ieri per una conclusione positiva del negoziato sul fiscal cliff tra Barack Obama e il Congresso Usa.

Sempre in mattinata, l’indice tedesco Ifo, che misura la fiducia delle imprese, risultato in aumento oltre le attese per il secondo mese consecutivo.

Infine, la decisione di Standard and Poor’s di rialzare il rating della Grecia togliendo il giudizio di SD (selective default), per quanto attesa, ha contribuito al clima generale di ottimismo.  

 

 

Tanto è bastato per spingere gli acquisti sui mercati europei, concentrati sui bancari e sui titoli di Stato anche periferici. Il rendimento del Btp decennale, benchmark del debito italiano, è sceso infatti fino al 4,36%, ai minimi dal dicembre del 2010.  

 

 

Borse in rialzo in tutto il continente, con le piazze periferiche particolarmente premiate: Milano e Madrid in rialzo di oltre l’1%, mentre Atene balza di oltre il 5,69% 

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