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12/18/2012
A quasi un anno dalla lettera di contestazione, del 12 gennaio scorso, arrivano le sanzioni per i vertici dell'Associazione Amici della Bpm (che con una mossa di grande tempismo si è da poco sciolta), responsabile di aver stretto un patto parasociale in forma associativa senza averlo dichiarato a Bankitalia.
In tutto, 600 mila euro di sanzioni per i componenti del Consiglio direttivo e del Comitato di controllo; a tutti è stata comminata una multa di 30 mila euro, che diventano 60 mila solo per l'ex presidente Alessandro Dall'Asta, che oltre ovviamente ad avere fatto parte dell'accordo ha anche omesso di rispondere alla richiesta di informazioni avanzata a suo tempo da Bankitalia.
Dunque, con un verbale consegnato nei primi giorni di dicembre, Via Nazionale ha comunicato agli interessati - nonostante le controdeduzioni presentate - che l'accordo "in forma associativa" sussisteva eccome all'interno della Bpm e nel tempo era arrivato ad esercitare "un'indebita influenza sulla gestione della banca". Un ruolo svolto con grande determinazione, non solo nella scelta dei vertici aziendali: la Banca d'Italia ricorda a titolo di esempio lo svolgimento dell'assemblea del giugno 2011, in cui fu bocciata la richiesta perorata da Via Nazionale di portare fino a 5 il numero delle deleghe possibili per i soci non dipendenti. Il punto è, scrive ancora Banktialia nel suo Provvedimento sanzionatorio, che la prassi dell'Associazione andava "ben oltre il dettato statutario" esercitando "l'esercizio concertato
del diritto di voto" degli associati. Inoltre, dice ancora Bankitalia, ciò ha comportato "rilevanti condizionamenti alla gestione della Bpm", con una malagestio dovuta "anche" all'influenza di Amici, che ha determinato "un marcato deterioramento" nell'attività dell'istituto. A loro volta, gli "organi aziendali" non hanno adottato "sufficienti iniziative per ... rimuovere le inferenze e i condizionamenti negativi sul loro operato da parte dalla rappresentanza dei soci dipendenti". Altro esempio ricordato da Bankitalia, le cosiddette "carriere politiche", le promozioni in banca accordate ai vertici degli organismi sindacali, di cui hanno beneficiato ben 35 soggetti sui 39 nominativi degli organi di Amici.
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