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12/14/2012
«Attraversiamo una difficile fase di trasformazione, siamo ancora in un momento di rischi ma i numeri inizieranno a migliorare dalla seconda metà del 2013».
Parlando davanti al parterre del Council on Foreign Relations, il ministro del Tesoro Vittorio Grilli illustra l’impatto delle riforme del governo Monti sul sistema produttivo senza nascondere le difficoltà ma lasciando capire che vi sono le basi per una ripresa della crescita.
«L’Italia attraversa una fase di trasformazione soprattutto in merito agli aggiustamenti fiscali e restiamo sotto pressione» ha esordito Grilli, sottolineando però che «il nostro obiettivo non è l’austerità’ ma la crescita».
A tale riguardo «le riforme intraprese da questo governo consentono di aspettarci una crescita del Pil di 4-5 punti» soprattutto «nel settore delle manifatture e dei servizi» ma i prossimi mesi saranno ancora «difficili» anche sul fronte dell’occupazione.
«Nella prima metà del 2013 prevediamo una crescita negativa del Pil dello 0,2 - ha sottolineato - ma nella seconda metà ci aspettiamo che i numeri miglioreranno».
È una previsione in linea con quelle della Bce di Mario Draghi. Da qui la necessità, per Grilli, di «continuare le riforme del governo Monti» puntando a «rispettare il requisito costituzionale del pareggio di bilancio».
È questo percorso che consente a Grilli di prevedere «frutti positivi dal giugno del 2013». Per rendere l’«economia più produttiva» bisogna però «ridurre il peso fiscale» ed affinché ciò avvenga «bisogna ridurre la spesa pubblica» anche se è un passaggio «molto difficile non solo per noi ma per tutti I Paesi europei». La «riduzione del settore pubblico» è considerata da Grilli un requisito per la crescita «a favore di settori come i servizi che devono essere più sviluppati».
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