Tempo di lettura: 2min

Berlino, stop all'unione bancaria

12/5/2012

Fumata nera all'Ecofin: la germania vuole limitare i poteri della Bce e rinvia l'esame al 12 dicembre.


La riforma della vigilanza bancaria in Europa si sta confermando una corsa a ostacoli.

I ministri delle Finanze dell'Unione hanno discusso ieri per ore del compromesso frutto di quasi due mesi di negoziati tecnici, senza riuscire a trovare una intesa finale. Il contrasto tra Germania e Francia è stato evidente.

La presidenza cipriota però non si è arresa e ha organizzato una nuova riunione dell'Ecofin alla vigilia del consiglio europeo della settimana prossima.
Molti diplomatici avevano avvertito che erano molti i nodi irrisolti di una riforma che prevede il trasferimento della vigilanza bancaria dagli Stati membri alla Banca centrale europea e da cui dipende la ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del fondo Esm. I Paesi hanno approfittato della riunione di ieri per elencare i loro disaccordi: dai poteri del consiglio di sorveglianza della Bce alle modalità di voto dell'Autorità bancaria europea, l'organismo che continuerà a regolare il mercato unico.
 

Germania

La voce tedesca è stata quella che ha fatto più rumore, anche se la Germania non è stata l'unica a illustrare chiaramente i suoi obiettivi. «Una muraglia cinese tra sorveglianza bancaria e politica monetaria è una assoluta necessità», ha spiegato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. Per ora, il sistema ideato a livello tecnico prevede la nascita di un consiglio di sorveglianza accanto al consiglio direttivo. Quest'ultimo avvalorerebbe le scelte del primo.
 

«Il diritto dell'ultima decisione non può essere lasciato al consiglio direttivo della Bce», ha precisato Schäuble, preoccupato che la politica monetaria venga inquinata dalla sorveglianza creditizia, e tralasciando per un attimo che lo stesso articolo 127.6 dei Trattati prevede il ruolo della Bce in questo ambito. Per Schäuble è impensabile che l'istituto monetario di Francoforte possa vigilare su 6.000 banche della zona euro da solo, senza l'aiuto delle autorità nazionali dei singoli Paesi.
 

Proprio la collaborazione tra il centro e la periferia è un aspetto su cui ancora manca un accordo. Chi sarà il responsabile ultimo della vigilanza creditizia: la Bce o l'ente nazionale? Dietro alla posizione tedesca si nascondono vari fattori: la paura di dare il proprio assenso a una riforma molto delicata, che comporta cessione di sovranità e impegno finanziario; ma anche il timore di perdere il controllo delle proprie banche a nove mesi dalle elezioni federali.
 

Ricordando l'impegno del consiglio europeo di giugno e di ottobre di trasferire la sorveglianza bancaria alla Bce entro fine anno, il ministro delle Finanze Pierre Moscovici ha sottolineato durante una pausa dei lavori di ieri: «Non abbiamo ricevuto alcun mandato per un sistema duale di sorveglianza bancaria che metta a rischio l'idea di una vigilanza unica per alcune delle banche». Mentre la Germania ha tante piccole banche, la Francia ha alcuni grandi istituti di credito.
Parigi teme l'emergere di un sistema che permetterebbe alla Germania di mantenere un più forte controllo sulle proprie banche rispetto alla Francia.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?