Ora tocca al Parlamento. Atene prevede tagli per 13 miliardi di euro
Il premier greco Antonis Samaras ha annunciato di aver raggiunto un accordo con la troika (Ue, Bce e Fmi) sulle nuove misure di rigore richieste dai creditori del paese, indispensabili per ottenere un'altra tranche di aiuti da 31,5 miliardi. L'annuncio è stato subito contestato dal partito Sinistra Democratica, che ha annunciato che in Parlamento voterà contro le riforme del lavoro volute dalla troika, mettendo a repentaglio la fragile coalizione di governo al potere da soli quattro mesi.
Almeno cinque deputati del socialista Pasok e tutti quelli di Sinistra Democratica (16) sono decisi a votare contro il disegno di legge. Il governo dispone di una maggioranza di 176 seggi, di cui 160 tra Nea Dimokratia e Pasok, e per approvare un Ddl occorrono 151 voti su 300.
"Abbiamo ottenuto tutto il possibile. Se le misure e il bilancio saranno approvati dal Parlamento la Grecia uscirà dalla crisi", ha spiegato Samaras dando l'annuncio della raggiunta intesa. "D'ora in poi il problema è che cosa potrebbe succedere se l'accordo non sarà approvato dal Parlamento, perché in quel caso il paese andrebbe verso il caos", ha aggiunto il primo ministro.
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