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3/10/2011 | Federico Leardini
LA NUOVA FORZA - A due anni e mezzo dal fallimento di Lehman Brothers e dal quasi collasso del sistema finanziario americano, gli Stati Uniti cercano di tracciare un bilancio su quali siano i frutti cresciuti sul terreno della crisi.
Tra problemi risolti definitivamente (pochi) e ancora completamente da sviscerare si iniziano a far strada le prime evidenze di un nuovo sistema di gestione del risparmio, più concentrato sulla persona e sul rapporto consulente - cliente.
La cartina tornasole di questo fenomeno sta nella crescita drastica registrata dai capitali e dal numero di clienti gestiti dai consulenti indipendenti.
E dalle modalità che ha assunto il rapporto di consulenza, sempre meno vincolato a standard preesistenti e più modulato alle esigenze e alle richieste del piccolo investitore.
Un successo dovuto principalmente alla percezione di "autonomia" dai grandi marchi del consulente; percezione a sua volta legata alle tipologie di compensazione richieste dal consulente: sempre più spesso una percentuale del patrimonio gestito del cliente, nell'ordine dell'1-2%, piuttosto che sulla base dei prodotti collocati.
Da ciò una sensazione di maggior terzietà rispetto ad alcuni prodotti e case, sui quali la percezione dell'investitore medio americano rimane, anche a distanza di anni, piuttosto negativa.
Secondo Bernie Clark, vicepresidente esecutivo di Schwab Advisor Services, compagnia che tiene traccia dei record di oltre 6000 advisor registrati alla SEC, questa tipologia di gestione del cliente "ridefinisce il modo di percepire e di eseguire gli investimenti e cambia la percezione che il cliente ha del consulente".
ASSET IN CRESCITA - Una dinamica di successo e in costante crescita, come testimoniano le cifre del gestito dai Registered Investment Advisor, più che triplicato nel corso dell'ultimo decennio ed arrivato ad oltre 1700 miliardi di dollari.
Processo che ha coinvolto anche molte grandi compagnie a stelle e strisce, come Vanguard e T.Rowe Price Group: da quando ha aperto ai consulenti indipendenti e al sistema di compensazione fee-based, il mutual fund guidato da Bill McNabb ha visto triplicati i propri asset, passando dai 564 miliardi del 2000 ai quasi 1500 miliardi dello scorso anno.
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