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Vigilanza unica in due mesi

10/22/2012 | Redazione Advisor

Al lavoro sull'interazione tra Bce, Eba e banche centrali nazionali


Non c'è una riforma facile in Europa. Quella su cui i 27 paesi dell'Unione dovranno lavorare alacramente nei prossimi due mesi, da qui alla fine dell'anno, è particolarmente ostica. Il trasferimento della vigilanza bancaria alla Banca centrale europea comporta una delicatissima cessione di sovranità su un settore dell'economia, quello creditizio, che in tutti gli stati membri - e non solo nella Germania.

I nodi da risolvere sono molti. Riguardano sia i 17 che i 10 paesi dell'Unione europea che non appartengono alla zona euro.

In primo luogo bisognerà far sì che il nuovo assetto di sorveglianza bancaria preveda "una netta separazione tra la politica monetaria e le funzioni di vigilanza della Bce" sulla falsariga di quanto avviene in Germania, dove convivono la Budensbank e il BaFin. 

Tra qui e la fine dell'anno, i paesi dell'Unione dovranno anche trovare una soluzione che permetta ai paesi che non appartengono alla zona euro di poter difendere i propri interessi nei vari organismi comunitari coinvolti dalla riforma della vigilanza bancaria. Il primo è l'Autorità bancaria europea (Eba), l'organismo che da Londra continuerà a regolamentare l'intero mercato unico. Molti paesi che non appartengono alla zona euro vogliono una modifica delle modalità di lavoro. 

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