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Il web spinge l'economia

10/5/2012

A dirlo è il rapporto annuale dell'Ocse, l'organizzazione economica che raccoglie 34 fra i paesi più sviluppati al mondo. E in Italia il "fattore Internet" potrebbe rappresentare il...


La corsa di Internet non si ferma più.
La rete traina l'economia e fa crescere il numero degli occupati. A dirlo è il rapporto annuale dell'Ocse, l'organizzazione economica che raccoglie 34 fra i paesi più sviluppati al mondo. E in Italia il "fattore Internet" potrebbe rappresentare il 4% del Pil nel 2015: 59 miliardi di euro. 

 

Ocse. L'analisi dell'Ocse (chiamata Internet Economy Outlook 2012) evidenzia che negli Stati Uniti, le prime 250 aziende del settore Ict (Information and communication tecnology) - classificate per ricavi - hanno registrato un incremento nel numero degli occupati del 4% nel 2010 e del 6% nel 2011, trainati dal raddoppio di Amazon.com e Google. Numeri che rendono il settore americano il più importante per numero di occupati all'interno dell'area Ocse con una quota del 30%, seguito dal Giappone (16%) e dalla Germania (9%).

Fra i dati pubblicati nel rapporto emerge che il 13% del valore generato dalle aziende potrebbe essere attribuito al web e che il settore ha assorbito il 50% di tutte le operazioni di venture capital nel 2011. Inoltre, le 250 aziende più performanti hanno visto crescere i loro ricavi del 6% all'anno fra il 2000 e il 2011. Dietro la forte espansione della Internet economy c'è la spinta del divisione "mobile" e la diffusione delle connessioni senza fili.


Italia. Un aspetto da considerare, come ha fatto Google in un'analisi sul primo semestre 2012, riguarda l'intreccio fra Internet e made in Italy. Dallo studio emerge che, rispetto ai primi sei mesi dell'anno scorso, le ricerche in rete relative a prodotti italiani sono cresciute del 13%. L'analisi di Google ha valutato il comportamento degli utenti di 10 paesi stranieri con caratteristiche diverse: dagli Stati Uniti alla Germania, dagli Emirati Arabi al Brasile. Fra le categorie più cliccate del made In Italy, il primo posto spetta ai settori della moda e delle automobili, seguiti da turismo, agroalimentare e arredamento. "Se un buon numero di imprese riuscisse a intercettare anche solo una parte di questa domanda - spiega Google in un comunicato - si aprirebbero nuovi spazi per crescere. Le aziende attive online fatturano, assumono ed esportano di più rispetto a quello che su Internet non sono presenti". A conferma di questa tesi, Google fornisce i dati sulle piccole e medie imprese: quelle presenti sul web hanno registrato una crescita media di ricavi dell'1,2 % negli ultimi tre anni, contro un calo del 4,5% di quelle offline. 

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