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3/8/2011 | redazione
Dovevano servire per aumentare la presenza dei fondi comuni nei board ma gli amministratori di minoranza eletti nelle società quotate italiane provengono soprattutto da altri soggetti. Anzi, a ben vedere, la presenza degli investitori istituzionali coordinati da Assogestioni è piuttosto rarefatta, pari ad appena l'8,6% delle liste presentate alle assemblee societarie. Il dato è contenuto nell'analisi svolta da Assonime sulle dichiarazioni di corporate governance approvate nel 2010 dalle quotate italiane.
Dal documento si evince che la presenza delle liste di minoranza è maggiore nelle grandi società (intorno al 60%) mentre è del tutto minoritaria in quelle di media e piccola capitalizzazione (35%) dove nella gran parte dei casi non è stata presentata una lista per l'elezione dei board alternativa a quella di maggioranza.
La composizione azionaria nelle società italiane ha rivelato una diversa realtà e, senz'altro, il massiccio deflusso di quote dei fondi italiani negli ultimi anni ha certamente nociuto sul loro grado di rappresentanza. Non è detto comunque che quella presenza non possa aumentare nel futuro.
Ad esempio già quest'anno le assemblee societarie dovrebbero registrare un maggiore afflusso di investitori istituzionali in virtù delle norme che hanno rimosso l'obbligo di deposito delle azioni per prendere parte ai meeting.
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