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Arrivano gli emerging bond

3/8/2011

La corsa dei prezzi delle materie prime e le turbolenze politiche mediorientali pongono il faro sui titoli di Stato dei paesi coinvolti nelle due grandi dinamiche geopolitiche di inizio 2011


BOND EMERGENTI - "L'aumento del rischio politico sugli emergenti avrà forti ripercussioni sulla loro carta obbligazionaria", afferma Carl Shepherd, specialista emerging market del team Fixed income di Newton (gruppo Bny Mellon Am).

"Le autorità internazionali considerano questi avvenimenti un passo verso una maggiore democrazia – continua Sheperd –, ma il processo non si esaurisce con la destituzione di un governo o l'istituzione di uno fantoccio. La soluzione non sarà semplice. C'è la concreta possibilità che l'instabilità regni a lungo".

Con quali effetti sui mercati obbligazionari?

"Ne saranno fortemente condizionati. Infatti ci aspettiamo una forte rivalutazione del rischio su tutti gli emerging. In particolare quelli dove manca una trasparenza politica e negli atti di governo. Finora non si è fatta molta attenzione, ma pensiamo che l'atteggiamento cambierà, con un aumento della cautela dei gestori di portafoglio verso dittature o governi autocratici".

Intanto le tensioni inflazionistiche in Occidente iniziano a essere palpabili.

"Gli effetti dei disordini attuali sul carovita verranno avvertiti in tutto il mondo, dato che i prezzi del petrolio continuano a crescere. Il greggio resta sotto pressione, anche se l'impennata attuale non si basa sui fondamentali, ma su preoccupazioni riguardanti le forniture legate ai tumulti in Medio Oriente: Libia e Algeria possiedono importanti riserve. Inoltre l'instabilità nella regione del Golfo e nello Yemen mette a rischio anche le principali rotte di trasporto, da Hormuz al Mar Rosso".

Tutto ciò, dal punto di vista dell'investitore obbligazionario globale, cosa significa?

"È possibile un flight to quality, una corsa all'acquisto di asset di qualità, con investitori alla ricerca di porti sicuri come i titoli di stato americani e lo yen giapponese. Comunque, guardando al futuro e tenendo conto dell'impennata del prezzo del petrolio, vediamo opportunità in paesi – come Russia, Venezuela e Colombia – che sono esportatori netti di petrolio e gas, ma sono geograficamente distanti dalla regione più colpita dalle turbolenze".

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