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9/14/2012
Il negoziato sul futuro dell'Unione europea parte da tredici domande ai governi poste dal presidente Ue Hermann Van Rompuy.
Alcune linee guida che indicano la rotta che vuole dare all'Unione e un questionario per le capitali. Dopo che la Bce è scesa in campo e la Germania ha dato il via libera al fondo salva-stati, l'Europa guarda avanti, cerca soluzioni strutturali alla crisi che vadano al di là di scudi e decisioni emergenziali. Si disegna la nuova governance dell'euro. Le risposte daranno vita al primo rapporto che Van Rompuy presenterà al summit del 18 ottobre.
La decisione finale attesa per il Consiglio europeo di dicembre. A negoziare tra un vertice e l'altro saranno gli sherpa nazionali (Enzo Moavero per l'Italia) e i rappresentanti del Parlamento europeo, Roberto Gualtieri (Pd) per il Pse, Elmar Brock per il Ppe (vicinissimo alla Merkel) e Guy Verhofstadt per i liberali. Ci saranno anche numerosissime bilaterali tra leader. Una discussione che durerà tre mesi tra trattative, scontri e colpi di scena.
Confermate i quattro pilastri sui quali l'ex premier belga, insieme a Draghi, Barroso e Juncker, si è mosso. Un maggiore coordinamento su settore finanziario, bilancio, politiche economiche e una ricerca di maggiore legittimazione democratica dell'Unione. Paragrafo, quest'ultimo, assai deludente.
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