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9/7/2012
Ieri mattina, quando Leonardo Del Vecchio ha consultato i risultati dell'accelerated bookbuilding offering annunciata al mercato mercoledi', e' trasecolato.
Aveva creduto, scrive MF, di fare il pieno e magari di trovare un numero maggiore di investitori stranieri pronti a fare incetta delle azioni del colosso dell'occhialeria Luxottica e invece si e' ritrovato in mano la metà del pacchetto (33 milioni di azioni, pari al 7% del capitale) che aveva messo a disposizione la sua cassaforte lussemburghese Delfin.
L'operazione curata da Goldman Sachs, solo affiancata da Unicredit, e' stata un mezzo insuccesso in quanto l'investment bank Usa, che aveva il compito di collocare i titoli e' riuscita a piazzare solamente 18 milioni di titoli a un prezzo di 27 euro ciascuno a fronte di un valore del titolo di 29,4 euro.
Cosi' l'industriale a capo del gruppo di Agordo si e' dovuto per cosi' dire accontentare di un incasso di 486 milioni contro una stima iniziale di oltre 960 milioni. E ora, per almeno altri sei mesi, termine di scadenza del lock up definito dall'operazione conclusa ieri mattina, non potra' tornare sul mercato a proporre la quota rimasta invenduta (3,2%). Insomma, se l'azionista di controllo (62,2%) di Luxottica contava di aumentare il flottante facendo breccia nel cuore degli investitori statunitensi come aveva fatto intendere nella giornata di mercoledi', ora dovra' ricredersi. La conseguenza e' che avra' a sua disposizione meno capitale da investire nel riassetto del salotto buono della finanza e rivedere le sue aspettative d'investimento su Unicredit, in cui detiene gia' il 2%, e Generali, dove ha il 3%.
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