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8/20/2012 | Redazione Advisor
Alla fine dell'estate le banche italiane dovranno salire sulla bilancia e iniziare un periodo di sacrifici. L'obiettivo, scrive Milano Finanza, è quello di diventare più snelle e attraenti, soprattutto per gli investitori esteri, che da tempo domandano agli istituti di credito di ridimensionare strutture rigide e antiquate. Tagli del personale, chiusura di sportelli e semplificazione di strutture e funzioni saranno i driver di una trasformazione che si annuncia davvero epocale per il comparto.
Le cure dimagranti in termini di personale coinvolto saranno quelle di Intesa Sanpaolo e di Unicredit. La Cà de Sass ha deciso di fondere o chiudere quasi un quinto delle filiali italiane. Complessivamente gli sportelli interessati da questo intervento potrebbero essere un migliaio, più del doppio rispetto ai 400 indicati nel business plan 2011-2013. Unicredit ha invece stimato 3.500 uscite e la chiusura di 200 filiali in Italia, la metà di quelle che verranno liquidate da Banca Mps nell'arco del piano industriale 2012-2015 messo a punto dall'amministratore delegato Fabrizio Viola.
Bank of America-Merrill Lynch ha sottolineato che "in un periodo in cui gli utili delle banche sono sotto pressione per il calo dei volumi, le perdite sui crediti e la caduta dei margini, la chiusura degli sportelli meno profittevoli potrebbe aiutare a sostenere la redditività", una prospettiva da non sottovalutare per chi cerca chance di investimento sul mercato italiano.
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