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7/10/2012
Una domanda, ieri, circolava nelle principali room degli specialisti del caso FonSai: perche' la Consob, di fronte alla violenza della speculazione che impatta in modo anomalo sull'attivita' dei titoli coinvolti nel progetto Unipol, non li sospende fino all'avvio del doppio aumento di capitale?
Sia chiaro, si legge in un articolo di MF, la liquidita' di un titolo quotato e' una delle condizioni principali cui per solito guarda un investitore. Ma quando le oscillazioni aumentano cosi' vorticosamente, assumendo la dimensione del fenomeno, l'autorita' di vigilanza dovrebbe avere il coraggio di fare anche scelte forti. Del resto, e' il listino stesso che testimonia di quanto le azioni FonSai e Unipol siano in balia del trading forsennato. In una giornata apparentemente tranquilla come quella di ieri - era previsto un cda di Premafin che e' stato rinviato di qualche giorno - le azioni delle due compagnie assicurative non sono riuscite a fare prezzo per quasi tutta la seduta, entrando in contrattazione solo mezz'ora prima della chiusura.
E in quei trenta minuti hanno perfettamente riassunto il loro lunedi' nero: FonSai ha chiuso a 61 euro (-12,48%); Unipol a 14,59 euro (-6,71%) toccando il nuovo minimo. Un tracollo in parte prevedibile - come ha documentato Milano Finanza nel numero di sabato 7 luglio - ma che certamente non giova ai portatori di azioni delle societa'. Questa situazione di borsa e' la conseguenza di tante circostanze. La prima e' la mancata autorizzazione di Consob alla pubblicazione dei prospetti informativi sugli aumenti di capitale nei tempi previsti dal mercato. L'altra e' il forte sconto sul Terp previsto nelle ricapitalizzazioni: 27,2% per Unipol ordinarie e 24,7% per le FonSai ordinarie. Il terzo aspetto e' l'attesa per il pronunciamento di domani del Tar del Lazio in merito al ricorso presentato dagli sfidanti Sator e Palladio contro il via libera Isvap.
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