Tempo di lettura: 2min

Scandalo Barclays come Lehman

7/4/2012

Secondo un trader, se Diamond si fosse presentato nella sede newyorkese, avrebbe rischiato di essere preso a pugni come pare avvenne all'ex ceo di Lehman Brothers, Dick Fuld.


Se non fosse intervenuta la Banca d'Inghilterra con un diktat preciso, l'ex ceo di Barclays Bob Diamond avrebbe rischiato di dover fronteggiare un'aperta ribellione da parte dei banchieri degli uffici di New York, scioccati dal tentativo dell'amministratore delegato di prendere le distanze dallo scandalo della manipolazione del Libor di cui anche all'interno della banca era considerato uno dei massimi artefici.


Secondo quanto rivelato dal New York Times, la lettera inviata da Diamond ieri in cui esprimeva la sua "rabbia e delusione" per lo scandalo, avrebbe prodotto un effetto boomerang incontrando la derisione e lo scherno di tutti i dipendenti.
Gli uffici nordamericani di Barclays si trovano nell'ex quartier generale di Lehman Brothers e i banchieri della divisione sono in gran parte provenienti dalla banca fallita nel 2008 e rilevata poi proprio dal gruppo britannico.


Secondo un trader, se Diamond si fosse presentato nella sede newyorkese, avrebbe rischiato di essere preso a pugni come pare avvenne (ma non e' mai stato confermato) all'ex ceo di Lehman Brothers, Dick Fuld, poco dopo che la banca aveva annunciato l'entrata in amministrazione controllata.

Il parallelo con Fuld permette di capire bene come New York stava vivendo lo scandalo scoppiato in Inghilterra: Diamond sembrava esattamente staccato dalla realtà cosi' come lo era stato Fuld in quei giorni cruciali del settembre 2008 quando Lehman Brothers correva a ritmo forzato verso il precipizio e Fuld continuava a irridere chi gli parlava della fine imminente.


"Rischiavamo un bagno di sangue - ha rivelato un alto dirigente - se la Banca di Inghilterra non si fosse decisa a intervenire". La rimozione di Diamond, un americano, sarebbe proprio frutto dell'offensiva delle autorita' di controllo inglesi che avrebbero informato il presidente Angus, che aveva appena rassegnato le dimissioni, che questo non era abbastanza e anche il ceo avrebbe dovuto lasciare la sua poltrona. Di fronte all'intervento diretto della banca centrale inglese, Diamond si sarebbe dunque fatto da parte e la banca avrebbe deciso di richiamare lo stesso Angus, sebbene su base pro-tempore, per chiedergli di condurre lui stesso la ricerca dei nuovi vertici aziendali.

 

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?