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2/25/2011 | Federico Leardini
VERTICE EUROPEO - Spegnere la corsa del greggio, è questo il primo obiettivo dei leader europei che si trovano a fronteggiare le ripercussioni che possono derivare dalla crisi politica in Libia sulle economie del Vecchio continente.
In scia alla scasa chiarezza delle informazioni che provengono dalla sponda sud del mediterraneo, ieri il petrolio Wti è tornato a 100 dolalri al barile, dopo 2 anni e mezzo.
Situazione da monitorare con attenzione, ma non ancora emergenza, secondo l'Agenzia internazionale dell'energia che ha affermato di essere pronta a intervenire ma di non ritenere ancora che sia il caso di accedere a strategie alternative dal momento che finora è stata intaccato solo l'1% della fornitura giornaliera di petrolio.
Nonostante la situazione politiica del 12simo paese produttore del mondo, la Libia, continui a destare perplessità, La IEA fa sapere che "sia consumatori che produttori hanno gli strumenti necessari in mano per garantire l'approvvigionamento di greggio ai mercati".
La stessa Opec, negli scorsi giorni, per tranquillizzare i mercati, ha fatto sapere di essere pronta a intervenire per sanare eventuali deficit di fornitura derivanti dal caos politico nordafricano.
Occhi puntati su tripoli, quindi, ma con i paracadute europei e arabi già pronti all'apertura .
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