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2/25/2011
RISCHIO LIBIA - C'è una bomba nascosta nella polveriera libica.
Un ordigno a orologeria innescato dal fatto che le aziende italiane sono quasi del tutto scoperte sui rischi che potrebbero derivare dal caos nel paese nordafricano.
Secondo i dati della Sace, gli investimenti italiani in Libia e i flussi di export sono coperti da assicurazioni solo per una piccolissima parte: nel 2010 il gruppo assicurativo ha coperto operazioni per 13 milioni, a fronte di oltre 2,5 mliardi di euro di export.
Senza contrare gli investimenti diretti delle aziende italiane nel Paese, per i quali non è stata richiesta alcuna copertura nel 2010.
Numeri davvero piccoli se si considera che l'Italia è il primo partner commerciale di Tripoli e che da sola copre il 17,5% delle importazioni libiche.
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