La crisi europea del debito pone «significativi rischi» agli Stati Uniti.
Parla il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, in un'audizione alla commissione economica congiunta del Congresso. E ovviamente non può non toccare il tasto Ue, prima di passare a parlare dell'economia americana. «Siamo pronti a proteggere l'economia Usa - ha specificato - se la crisi dell'euro peggiora. Una crisi che pesa su export, imprese e sulla fiducia dei consumatori».
Per gli Stati Uniti, ha voluto precisare Bernanke, al momento la crisi dell'Eurozona ancora «non è un problema ma un rischio, al quale dobbiamo essere preparati» perchè «il contagio è difficile da prevedere».

Poi il presidente della Fed ricorda che «l'Europa è ricca e ha le risorse necessarie per ritrovare la stabilità». In ogni caso, ha aggiunto, è una situazione « che coinvolge 17 e non c'è molto che gli Usa possano fare se non sostenerli e fornire i consigli» necessari.

 
MONITORAGGIO - «Continuiamo a monitorare la nostra esposizione diretta e indiretta» ha ribadito il capo della Fed, evidenziando che «le nostre banche sono meno esposte» sul fronte della crisi del debito sovrano e delle banche europee «di quanto lo siano gli istituti europei» nei confronti degli Usa. «Non possiamo garantire che non ci saranno tensioni» da un peggioramento della crisi europea, ha concluso, ma nel caso di un peggioramento «la nostra esperienza del 2008 ci fará adottare le misure necessarie». Sugli Stati Uniti Bernanke è stato chiaro: «La crescita economica americana prosegue a un tasso moderato - ha puntualizzato - nei primi mesi del 2012 la crescita del Pil reale è stata a un tasso di circa il 2% annuo, rispetto al +3% fatto registrare nel primo trimestre dello scorso anno».