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5/7/2012 | Redazione Advisor
A fine 2011, quando cominciarono a circolare le cifre dell'impegno che il Tesoro italiano avrebbe dovuto affrontare affrontare nei primi mesi di quest'anno per rifinanziare il debito (tra i 300 e i 400 miliardi di collocamenti), risparmiatori, banche e istituzioni si sono ritrovati ad urlare insieme alla possibile catastrofe. Mentre scopertisti e professionisti della jella finanziaria, schierati sul lato dell barricata dove si guadagna se tutto va in malora, si fregavano le mani: che pacchia!
I primi quattro mesi di quest'anno, infatti, se ne sono andati e il Tesoro ha collocato 170,601 miliardi di euro in Bot, Btp & company a fronte di richieste complessive per 288,976 miliardi. Nel 2011 nel medesimo arco di tempo i collocamenti sono arrivati a poco più di 153 miliardi. Certo è salito il costo della raccolta: la media dei rendimenti necessari per raccogliere l'adesione dei mercati è stata del 2,91%, mentre nel primo quadrimestre del 2011 ce l'eravamo cavata con 2,77%. Se poi si fanno i conti su tutto il 2011 per vendere i nostri titoli abbiamo dovuto offrire in media il 3,68% con un deciso rialzo rispetto al 2,12% del 2010.
Ora ci aspettano, ora, mesi meno carichi di scadenze, sebbene sempre più importanti. Il Tesoro in teoria, potrebbe respirare e, come in marzo, sorprendere gli investitori con altre emissioni innovative, sulla scia del Btp Italia. A fronte di scadenze diluite e meno pressanti, i mercati potrebbero anche spingere meno sui rendimenti.
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