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5/2/2012 | Roberto Abate
Il gruppo bancario svizzero UBS ha registrato nel primo trimestre un calo dell'utile netto del 54% a 827 milioni di franchi (688,2 milioni di euro), per effetto di partite straordinarie, rispetto ai 1,81 miliardi di franchi dello stesso periodo dello scorso anno. Pesano sul risultato, inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano un utile attorno agli 1,1 miliardi di franchi, gli oneri sul debito per 1,2 miliardi di franchi. L'utile ante imposte rettificato ammonta invece a 2,2 miliardi di franchi.
Cosinderando le divisioni di business, buona la performance nel periodo del wealth management, con profitti per 803 milioni di franchi nel periodo, in crescita del 70% rispetto all'ultimo trimestre del 2011, e del wealth management USA che ha registrato un utile lordo di 190 milioni, in crescita del 32%. La raccolta di entrambe le divisioni raggiunge nel primo trimestre i 10,9 miliardi di franchi, grazie a nuovi flussi in entrata in Asia, paesi emergenti e Svizzera.
Soffre invece l'investment banking, per cui il gruppo ha previsto un ridimensionamento, in rosso per 373 milioni rispetto alla perdita di 14 milioni dell'ultimo trimestre 2011, dovuta a una perdita sui crediti nel periodo di 1,1 miliardi di franchi. La divisione però, escludendo la perdita, registra un utile pre tasse di 730 milioni rispetto ai 99 milioni del quarto trimestre 2011. Migliora infine la divisione asset management con un utile di 156 milioni (+34%).
La banca guidata dal ceo Sergio Ermotti (nella foto) raggiunge nel periodo un Tier 1 Ratio (Basilea III) dell'11,8% in crescita dal precedente 10,8%. L'outlook della banca per i prossimi mesi resta improntato alla cautela a causa dei timori legati al sistema bancario europeo, alla crisi del debito nell'Eurozona e al disavanzo federale negli Usa. UBS, infine, ha aumentato l'esposizione netta al debito pubblico italiano a 1,97 miliardi di franchi (2,1 miliardi di euro circa) rispetto ai 951 milioni dell'ultimo trimestre 2011, mentre quella verso il debito francese è pari a 4,5 miliardi. Minima, infine, l'esposizione verso la Spagna: solo 40 milioni di franchi.
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