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4/30/2012 | marco.gementi
Dopo aver sostenuto la crescita negli ultimi anni con politiche monetarie molto espansive, le maggiori banche centrali occidentali, (la Fed, la Bce e la Bank of England) sembrano tirare i remi in barca.
Nelle ultime settimane, scrive Milano Finanza, numerosi segnali fanno pensare che non bisogna aspettarsi ulteriori interventi espansivi nel breve.
La prima è stata la banca centrale inglese che, nelle minute della riunione di aprile, ha evidenziato come la scelta più opportuna sia quella di portare alla scadenza di maggio il programma di acquisto di asset, per poi valutare l'andamento dell'economia.
La seconda è stata la Federal Reserve statunitense, che in settimana ha reso evidente il proprio orientamento neutrale. Da una parte, infatti, ha mantenuto invariati i tassi allo 0/0,25% nonchè la previsione che questi potrebbero restare fermi a quel livello fino alla fine del 2014. Dall'altra, ha rivisto al ribasso le stime sulla disoccupazione e al rialzo quelle sull'andamento dei prezzi, inducendo alcuni economisti a ritenere che un'ulteriore espansione monetaria non sia probabile nel breve. Il presidente della Fed Ben Bernanke nel corso della conferenza stampa seguita all'ultima riunione del Fomc ha detto che è preparato a sostenere l'economia se fosse necessario, ma è sembrata più una frase di circostanza che il segnale di nuove imminenti azioni.
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