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2/14/2011 | Federico Leardini
RISPARMIO E GESTIONE - Il risparmio è l'unica materia prima della quale l'Italia è realmente ricca ma l'industria del settore non è competitiva a livello internazionale.
Tanto che oggi i vertici del credito e dell'economia italiana spingono per la nascita di un gigante del risparmio gestito, derivante dal matrimonio Eurizon - Pioneer, in grado di misurarsi, se non altro in termini di volumi, con i gruppi stranieri.
Ma non mancano gli ostacoli: l'orientamento delle due banche, la sovrapposizione delle strutture e i potenziali problemi di antitrust.
IL GIGANTE NON BASTA - Quand'anche la fusione andasse in porto, i problemi strutturali dell'industria del risparmio gestito italiano difficilmente potrebbero dirsi risolti.
Il primo problema è fiscale, la normativa a cui sono soggetti i fondi italiani è peculiare e penalizzante, soprattutto sotto l'aspetto del pagamento delle plusvalenze.
Il secondo ostacolo è regolamentare, con una pletora di autorità di controllo che vigilano sull'operato delle Sgr appesantendo il carico burocratico.
C'è poi una struttura di mercato troppo atomizzata, con circa 80 gruppi e 300 società di gestione presenti, che pesa sia in termini di raccolta che per l'impossibilità di raggiungere una dimensione efficiente per garantire ritorni costanti e certi.
Una serie di problemi che vanno affrontati e risolti, a prescindere dal matrimonio tra Eurizon e Pioneer.
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