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Private banking, nessuna fuga dei capitali in Asia

7/20/2011 | Massimo Morici

Patrick Odier, presidente dell'Associazione svizzera dei banchieri, assicura che l'allentamento del segreto bancario non ha comportato il fuggi fuggi verso Singapore o Hong Kong


Il fuggi fuggi verso piazze asiatiche come Singapore o Hong Kong per ora non c'è, anche se l'allentamento del segreto bancario in Svizzera ha allarmato, e molto, gli gnomi della finanza negli scorsi mesi. Lo assicura Patrick Odier, presidente dell'Associazione svizzera dei banchieri, secondo cui nel settore a contare non sono tanto gli aspetti regolatori, quando la qualità dei servizi e soprattutto il mantenimento del valore del capitale.
 

Le soluzioni normative trovate in Svizzera per la piazza finanziaria vengono elogiate in Asia, sostiene Odier in un'intervista pubblicata da Finanz und Wirtschaft. "Quanto fatto in relazione alla sorveglianza delle banche viene giudicato in modo positivo", aggiunge, auspicando un coordinamento maggiore fra Finma e istituti nella loro apparire all'estero: il dialogo fra le parti deve essere stretto anche sugli interessi comuni e non solo sulle regole.


Secondo Odier le banche elvetiche possono contare sulla loro buona reputazione per ampliare la loro presenza in Asia. Nell'ambito dell'internazionalizzazione dello yuan si aprono inoltre possibilità di cooperazione fra Berna e Pechino: la Svizzera potrebbe per esempio avere un ruolo di mediatore negli investimenti di fondi sovrani cinesi in Europa.

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