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5/3/2012 | marco.gementi
Non è bastata ai ministri delle Finanze dell'Unione Europea una maratona negoziale di quasi 16 ore per trovare un accordo sui requisiti patrimoniali delle banche, in applicazione delle regole di Basilea 3.
Alle due della scorsa notte, la presidenza danese dell'Ue, che sperava in un accordo già ieri, ha preso atto del «sostegno da parte di una maggioranza qualificata» all'ultimo testo di compromesso presentato ai ministri, rinviando la chiusura del dossier al prossimo Ecofin del 15 maggio, dopo «una verifica tecnica sugli ultimi punti, con l'obiettivo di un'intesa sul pacchetto complessivo».
«Abbiamo un accordo, resta del lavoro da fare perchè sia tecnicamente pronto», ha spiegato la ministra delle Finanze danese, Margrethe Vestager, nella sua veste di presidente di turno della Ue, rivendicando che «nel corso della giornata sono stati definiti una ventina di punti».
La questione principale
Nodo fondamentale del negoziato il grado di flessibilità da lasciare ai Paesi membri nell'applicazione delle regole di Basilea 3. Per tutta la giornata si sono fronteggiati due schieramenti, l'uno guidato da Francia e Germania, affiancate dall'Italia, favorevoli a standard comuni, l'altro dalla Gran Bretagna, con al suo fianco Svezia, Polonia e Repubblica Ceca, che chiede la possibilità di imporre unilateralmente criteri più stringenti, per evitare il ripetersi di crisi come quella del 2008.
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