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6/19/2020
Didier Saint-Georges, membro del comitato d’investimento strategico di Carmignac, ha esposto la view della casa di gestione francese sul secondo semestre dell’anno durante una videoconferenza con la stampa specializzata.
L’attività economica a livello globale è in ripresa ed è il minimo che ci si potrebbe aspettare dopo un periodo nel quale il 50% del mondo è stato il lockdown: la domanda è in recupero, le aziende ricostituiscono le scorte, in un contesto di tassi di risparmio elevati e naturalmente di massicci stimoli fiscali e monetari. La domanda da porsi è se questa ripresa a “V” è destinata a proseguire, e secondo Didier Saint-Georges, è probabile che questo veloce recupero vedrà un’interruzione, e per diversi motivi.
Innanzitutto, il tasso di risparmio precauzionale rimarrà elevato, come effetto dell’isteresi e dell’elevata disoccupazione. Le riaperture delle attività non procedono lungo una linea retta, a livello globale persistono diversi focolai di infezione e questo probabilmente ritarderà il ritorno ai normali modelli di spesa. In secondo luogo, si riaffermeranno i precedenti trend deflazionistici (i margini per le aziende erano già sotto pressione quando è iniziata la crisi, e anche li livelli di indebitamento erano già elevati). Terzo, questa ipotesi è confermata dall’andamento della ripresa cinese, che si sta sviluppando in maniera molto lenta, soprattutto sul lato dei consumi. Infine, è necessario che venga messo in campo un altro pacchetto di interventi fiscali molto presto se si vuole evitare un baratro fiscale.
Alla mancanza di visibilità sul medo termine gli investitori hanno reagito accorciando il loro orizzonte d’investimento. Questo spiega il recente rally sui listini e il forte recupero dei titoli ciclici, ma anche la fragilità dei mercati.
Saint-Georges ha evidenziato che in questo difficile contesto i fondi di Carmignac hanno performato piuttosto bene, beneficiando dell’esperienza maturata nelle crisi precedenti, in particolare nel 2008. Questo ha consentito di comprendere la natura della propagazione esponenziale (legata ai default nell’interconnesso sistema bancario nel 2008, dovuta alla diffusione della pandemia nel 2020). Una volta compreso questo, mentre molti paesi e sistemi sanitari non erano sufficientemente preparati per affrontare la pandemia, i policy maker si sono fatti trovare pronti a gestire la crisi dei mercati. Questa crisi, ha concluso Saint-Georges, rafforza il trend di “giapponesizzazione globale” deflazionistica, e in un contesto siffatto i settori azionari legati ai trend di crescita secolari sono destinati a sovraperformare nel medio termine.
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