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Il Covid-19 non ferma il fintech

6/18/2020 | Lorenza Roma

L'analisi di Robeco sul settore del fintech, che ha visto un’accelerazione nonostante la crisi generata dalla pandemia


La crisi da Covid-19 ha causato una brusca correzione dei mercati azionari, e mentre ci adeguiamo alla nuova realtà, possiamo osservare alcuni chiari vincitori. Aree quali pagamenti cashless, e-commerce e pagamenti digitali, che richiedono la tecnologia finanziaria, stanno registrando una crescita accelerata. Michiel van Voorst, portfolio manager trends investing Nederland di Robeco, analizza il settore del fintech, che ha visto un’accelerazione nonostante la crisi da Covid-19.

 

"La tendenza ad abbandonare il denaro contante per passare ai pagamenti elettronici e digitali era già consolidata, ma a causa della pandemia abbiamo assistito ad un'accelerazione", afferma il manager. "Ad esempio, VISA ha menzionato in un recente aggiornamento di avere rilevato nei pagamenti digitali una crescita pari a due anni, nei soli mesi di marzo e aprile. Allo stesso modo, PayPal ha confermato che la crescita dell'e-commerce è sostanzialmente in anticipo di due o tre anni", aggiunge.

 

"Questi cambiamenti non emergono solo sul fronte dei consumatori, infatti abbiamo visto qualcosa di simile anche nel mondo delle aziende. Le società sono state costrette dalle circostanze a fare rapidi cambiamenti e a spostare la loro attività online. Molte hanno utilizzato il fintech, in quanto i tradizionali istituti finanziari non hanno le capacità informatiche necessarie per supportare il cambiamento. Tutto ciò ha rafforzato il settore fintech agli occhi degli utenti ed è per questo che possiamo affermare che il futuro di questo settore è in rapida crescita", commenta van Voorst.

 

"Nel complesso abbiamo costruito un portafoglio ben diversificato con un'esposizione ai diversi trend fintech (pagamenti, cybersecurity, trading elettronico, inclusione finanziaria)", precisa il manager. "Riteniamo che le nostre società possano offrire un tasso di crescita annuo composto del 15% e, dopo il recente selloff, le valutazioni sono scese a livelli molto interessanti. Anche dopo il rimbalzo di aprile e maggio, crediamo in un ulteriore incremento, poiché le prospettive di base non sono cambiate, ma sono addirittura migliorate. Crediamo inoltre che anche le operazioni di M&A riprenderanno. Abbiamo assistito nel 2019 e all'inizio del 2020 a grandi fusioni ed acquisizioni nel settore fintech. In primo luogo abbiamo visto leader di settore fare ricorso all'M&A per aggiungere capacità ed estendere o difendere il proprio vantaggio. Una volta che le economie ricominceranno a trovare una base solida dalla quale ripartire, pensiamo che il ciclo di M&A riprenderà".

 

"Negli ultimi anni abbiamo assistito ad elevate quotazioni per le società del fintech, talvolta definite "unicorni”. Questa realtà caratterizza di più lo spazio privato rispetto alle società quotate nelle quali investiamo. La crisi attuale sta effettivamente comportando un test di integrità per i mercati, e questo è un fatto positivo in quanto porrà maggiormente l'accento sulla necessità delle imprese di produrre profitti, e mostrerà una chiara direzione in tal senso. Nel nostro portafoglio facciamo grande attenzione a questo aspetto, e lo consideriamo uno strumento di protezione da valutazioni eccessive. Ci aspettiamo che il mercato delle IPO riaprirà nuovamente, soprattutto negli emergenti, dove alcune importanti società private stanno valutando l’ingresso in borsa", conclude van Voorst.

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