LGIM esprime significative preoccupazioni riguardanti l’approccio di ExxonMobil (Exxon) al cambiamento climatico, all’attività di lobbying e all’indipendenza del proprio consiglio di amministrazione. Per questo motivo, prima dell’Annual General Meeting di Exxon fissato per il 27 maggio 2020 in Texas (Usa), LGIM prenderà l’inusuale decisione di comunicare in anticipo la sua intenzione di votare contro la rielezione del presidente della società.

Riconoscendo l’urgenza di affrontare il tema del cambiamento climatico, nei ranking di LGIM Exxon è segnalata per il suo reiterato rifiuto di rendere pubblica la sua carbon footprint complessiva, nonché di fissare obiettivi di emissione condivisi a livello aziendale, nonostante un numero crescente di società operanti nello stesso settore - come BP, Shell e Repsol – e di Paesi – come il Regno Unito e l’Unione Europea – abbiano inserito l’obiettivo di “emissioni nette pari a zero” tra le priorità assolute. In quanto investitore di lungo periodo, migliorare gli standard di governance e di sostenibilità è un’attività di primaria importanza nell’ambito dell’engagement di LGIM con società e regolatori.  Nel 2019, Exxon è stata esclusa dal secondo ranking annuale di LGIM delle società “leader e ritardatarie” sul cambiamento climatico, il Climate Impact Pledge.

Meryam Omi, head of sustainability and responsible investment strategy per Legal & General Investment Management (LGIM), ha affermato: “Siamo ancora preoccupati dalla mancanza di ambizione strategica di Exxon sul cambiamento climatico. Se si vuole mantenere il successo in un mondo a basse emissioni, le società devono agire oggi, allineando le decisioni sui capitali agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, e fissando target importanti. Stiamo assistendo a numerosi passi avanti da parte di società omologhe a Exxon e ci sentiamo di promuovere le loro ambizioni di sostenibilità, anche durante questa fase complessa. Il mondo e gli investitori di Exxon non possono permettersi che la società resti indietro”.

A gennaio, LGIM ha annunciato un inasprimento della sua policy di voto nei confronti delle società in cui l’amministratore delegato (‘ceo’) svolge anche la funzione di presidente del consiglio di amministrazione, con la decisione di esprimere voto contrario in fase di elezione. Il cambiamento di approccio rientra nella revisione annuale di LGIM delle sue politiche globali di voto e avrà un impatto significativo soprattutto negli Stati Uniti, in Francia e in Spagna, in cui la presenza di questi due ruoli combinati nella stessa persona è ancora molto diffusa. Nonostante cambiamenti in positivo registrati negli ultimi anni, queste posizioni combinate infatti sono ancora molto comuni negli USA, dove le adotta il 47% dei board delle società dell’S&P 500, tra cui quello di ExxonMobil. Oltre a votare contro la rielezione del presidente di Exxon, LGIM supporterà una proposta degli azionisti per un presidente indipendente e una proposta – sempre presentata dagli azionisti – per una maggiore trasparenza sulle attività di lobbying.

Omi ha aggiunto che "riteniamo che separare i ruoli di ceo e presidente produca un bilanciamento migliore di autorità e responsabilità. Inoltre, se le imprese spendono il denaro degli investitori in lobbying, ci aspettiamo che queste riferiscano come e perché lo stanno facendo. Questo sistema di controlli ed equilibri è nell’interesse degli azionisti. In quanto investitori costruttivi e di lungo periodo, noi riteniamo che i miglioramenti nella governance e nella lotta al cambiamento climatico di ExxonMobil contribuiranno a una maggiore resilienza e a un futuro di successo”.