Tempo di lettura: 2min
2/22/2018 | Davide Mosca
L'inizio del 2018 è stato caratterizzato dalla concentrazione degli investitori sull'argomento banche centrali e temi collegati: rendimenti obbligazionari, inflazione e movimenti valutari. Come interpretare questa fase e cosa aspettarsi? Lo abbiamo chiesto a Gianluca Ungari, head of portfolio management Italy di Vontobel Asset Management.
Seguiamo un approccio neutrale - spiega Ungari - e per il momento non consigliamo ai clienti di puntare sull’euro. Secondo il nostro scenario principale le valute dei mercati emergenti dovrebbero mettere a segno una buona performance nel 2018, sostenuti da rendimenti reali ampiamente superiori a quelli dei mercati sviluppati. Allo stesso tempo le valutazioni non sono eccessive e la vulnerabilità è diminuita, specialmente se paragonata al periodo del cosiddetto “taper tantrum” in maggio e giugno 2013. Allora le valute dei mercati emergenti erano crollate perché gli investitori temevano un improvviso restringimento della politica monetaria della Fed. Riteniamo poco probabile che l’euro confermi il suo primato nel 2018, perché deve prima digerire i recenti guadagni. Prevediamo che nell’anno in corso la corona svedese si apprezzi contro l’euro, ma in generale preferiamo le valute dei mercati emergenti, che beneficiano di un ambiente globale favorevole, valutazioni ragionevoli e rendimenti superiori in termini sia nominali sia reali. A medio termine prevediamo che l’euro prosegua il suo movimento rialzista fino a raggiungere quota 1.25-1.30 contro il dollaro USA, complice l’attuale surplus delle partite correnti dell’Eurozona.
È cambiato qualcosa nell’outlook complessivo per il 2018, considerato il quadro valutario appena esposto?
Il nostro scenario più probabile per il 2018 rimane sempre il “Goldilocks” nonostante i tassi e le aspettative d’inflazione inizino a salire. In termini di posizionamento sull’azionario siamo neutrali, nel mercato azionario prediligiamo i mercati emergenti, le banche europee, il Giappone coperto dal rischio valutario, le banche giapponesi, il settore delle telecomunicazioni globali, il settore della tecnologia americana, dell’ Oil Services americano e il mercato canadese. Allo stesso tempo abbiamo ridotto il rischio riducendo il peso del segmento del credito più rischioso come i mercati emergenti in hard currency e le obbligazioni high yield.
Un approfondimento sul tema euro/dollaro sarà presente nel numero di ADVISOR di marzo in uscita.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie