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1/31/2018
L’attuale slancio economico e di mercato potrebbe proseguire almeno per tutta la prima metà del 2018. Se gli eventi del primo semestre confermeranno le aspettative, l’inizio dell’estate potrebbe essere un buon momento per iniziare a posizionarsi in vista di un aumento dell’inflazione e adottare un profilo maggiormente difensivo. È quanto è emerso dall’ultima conferenza per la regione EMEA di Neuberger Berman, che si è tenuta la scorsa settimana a Londra. Il 2018, secondo gli esperti dell’asset manager newyorkese, presenta tre aspetti. Il primo fattore è positivo: nel 2018 è probabile che l’economia rallenti, ma ci aspettiamo che gli utili societari continueranno comunque a crescere. Il secondo aspetto, invece, da tenere in considerazione è il rialzo dei tassi o dell’inflazione, che rappresenta il principale rischio per i mercati.
Il terzo fattore, da monitorare con attenzione, è la bassa volatilità, ai minimi storici. “I rendimenti rimangono bassi e gli spread ridotti, nonostante l’aumento dell’indebitamento. Le valutazioni non sono stratosferiche, ma riteniamo che non presentino margini d’aumento. L’ultimo ribasso del 5% dell’indice S&P 500 è stato registrato 400 giorni fa e sono in molti a ritenere che sia giunto il momento di una correzione. L’elemento catalizzatore potrebbe essere l’esito delle tornate elettorali in Italia e in Messico o quello delle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti” si legge in un documento riservato agli investitori firmato da Joseph Amato e Erik Knutzen, rispettivamente cio equity e multi asset dell'asset manager americano.
Come possono prepararsi gli investitori? “L’assunzione di un posizionamento difensivo non implica necessariamente tagli drastici alle posizioni in titoli azionari e di credito. Al contrario, può significare una riduzione della sensibilità al mercato azionario (magari utilizzando metodi alternativi, ad esempio strategie a bassa volatilità e putwrite), un miglioramento della qualità del credito (valutando, ad esempio, se detenere titoli di debito dei mercati emergenti in luogo dei titoli high yield statunitense) oppure cercando di sfruttare le opportunità offerte da strategie meno liquide" concludono gli esperti, aggiungendo che "il 2018 difficilmente sarà una replica del 2017".
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