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12/18/2017
Scott Berg, gestore del fondo T. Rowe Price Global Growth Equity di T. Rowe Price. È a capo della Global Growth Equity Strategy da nove anni, periodo, questo, nel corso del quale i mercati azionari globali hanno performato bene. AdvisorOnline.it lo ha intervistato per fare il punto sulla situazione dei mercati azionari.
Scott, come è stato investire in Borsa in questo lasso di tempo?
Al momento stiamo godendo di uno dei mercati rialzisti più forti di tutti i tempi, ma noi investitori non l’abbiamo percepito esattamente così. In un arco di tempo che ci è sembrato eterno, dall’inizio di questa fase bull di marzo 2009, considerando il punto basso dello S&P, abbiamo sicuramente attraversato un periodo di forti preoccupazioni. Le ferite della crisi finanziaria si sono rimarginate lentamente e ha regnato la confusione. Non è una sorpresa, visto che i policymaker sono stati obbligati a ricorrere a misure radicali (quantitative easing, tassi di interesse bassi a livelli record), per gestire sia l’assenza di crescita economica, sia la continua minaccia di una crisi 2.0. Il risultato è stato una continua mancanza di tranquillità in questa fase di “aging bull”. Una prospettiva inusuale, considerando che molti mercati si trovano ai massimi livelli storici.
Cosa ha spinto molti mercati azionari verso questi nuovi massimi?
Una delle cause è stata la profondità della crisi finanziaria globale: le valutazioni molto basse hanno agito da ancoraggio per la maggioranza dei ritorni ad oggi. Anche la crisi finanziaria globale e la conseguente lunghezza e ampiezza delle politiche monetarie adottate in risposta ad essa, hanno influenzato i ritorni del mercato azionario così a lungo. Più recentemente, la corsa è stata estesa da fattori di stabilità e di lieve miglioramento. La crescita globale è stata modesta, ma comunque tendente al rialzo e il contesto politico (tralasciando la Corea del Nord) è stato meno estremo nella realtà rispetto agli scenari più drastici. Ma ciò che è più importante è che in generale gli utili societari, che sono stati contenuti, hanno mostrato una tendenza al rialzo, fornendo supporto all’aumento delle aspettative degli investitori. Inoltre, le alternative all’azionario restano molto costose, rendendo l’equity attraente sia dal punto di vista dei fondamentali che da un punto di vista relativo.
Quindi non vedete una bolla nelle valutazioni dell’azionario al momento?
La maggioranza delle valutazioni sull’azionario continuano ad essere ragionevoli, considerando che siamo in un contesto di crescita stabile/in miglioramento. Questa fase finirà ad un certo punto, ma è improbabile che sia la durata da sola l’unica causa della fine della fase bull. In genere i rialzi si esauriscono a causa di crisi (2007) o di valutazioni estreme (2000), ma attualmente questi valori estremi sono presenti solo in alcuni segmenti del mercato e non su ampia base.
La fine di questa fase bull del mercato sarà causata dall’aumento dei tassi di interesse?
Un significativo aumento dei tassi di interesse potrebbe mettere alla prova l’economia globale e i mercati azionari globali. La leva finanziaria è aumentata notevolmente in molti segmenti dell’economia globale ed è improbabile che tutti i creditori siano pronti per una brusca stretta monetaria. Tuttavia, i trend di accelerazione dell’inflazione di fine 2016 inizio 2017 sembrano essersi stabilizzati e ciò dovrebbe impedire un inasprimento aggressivo delle condizioni monetarie. Cosa più importante, riteniamo che le ragioni per cui l’inflazione resterà probabilmente controllata siano ben fondate e secolari per natura. Nel breve termine l’impatto è stato di aggiustare le aspettative su quando i tassi di interesse potrebbero salire e di quanto, con la conseguenza di alimentare ulteriormente il rally del mercato azionario. Lo scenario sembra non essere mai stato così complicato.
Come affronta le sfide attuali nella gestione della strategia?
Esatto e proprio per questo puntiamo ad avere un portafoglio equilibrato. A livello di aree geografiche, ci aspettiamo che il trend positivo di crescita degli utili negli Usa continui. In Europa, la crescita economica dovrebbe migliorare gradualmente, sostenuta dai solidi consumi delle famiglie, dall’incremento della fiducia e dal commercio globale più solido. Siamo ampiamente esposti sui mercati emergenti, ma il nostro focus è concentrato su Cina, India, Indonesia, Filippine e Perù. Questi paesi presentano forti prospettive di crescita di lungo termine, oltre a fattori demografici favorevoli. Ciò nel tempo potrebbe fornire un vantaggio sul fronte economico e degli utili, cosa che i mercati azionari non hanno ancora prezzato. Ciò detto, va sottolineato che non investiamo su base regionale, ma guardiano ai mercati con una prospettiva bottom-up e il nostro posizionamento è guidato essenzialmente da considerazioni sui fondamentali, specifiche per ogni singolo titolo. Una tematica ricorrente è quella di investire sui titoli che si trovano dalla parte giusta del cambiamento, vale a dire nelle società innovatrici che stanno guadagnando fette di mercato. Parliamo di società come Amazon, che ha beneficiato enormemente della crescita del retail online e del business sul cloud computing, Amazon Web Services. La società di viaggi Priceline è un buon esempio di un’azienda che è cambiata, si è ampliata e oggi si sta espandendo non solo negli USA ma a livello internazionale. Tesla, che si occupa di veicoli elettrici, ha innovato positivamente il mercato dell’automotive. Pensiamo che l’impatto di lungo periodo dei veicoli elettrici, area in cui l’azienda vanta un vantaggio tecnologico enorme, sia ancora ampiamente sottovalutato. Tra i Mercati Emergenti, aziende come il gigante cinese dell’e-commerce Alibaba Group, la piattaforma di social media Tencent e la piattaforma di trading online MercadoLibre rappresentano degli esempi di società che stanno traendo beneficio dalla disruption e dal cambiamento.
Qual è l’outlook per l’azionario globale e come dovrebbero posizionarsi gli investitori?
Siamo costruttivi, in quanto pensiamo che siano all’opera abbastanza driver da mantenere ed alzare gli attuali livelli di mercati, nonostante un certo grado di incertezza circa la fase del ciclo azionario. I dati macroeconomici implicano uno scenario ragionevolmente favorevole a un miglioramento dei fondamentali nel medio termine. I cambiamenti secolari nel mondo dovrebbero far rimanere bassa l’inflazione e i tassi di interesse non dovrebbero salire più di tanto. Anche la crescita economica resterà tenue, ma si tratta di un fattore positivo per gli investitori growth e nel 2017 ci ha permesso di mettere a segno solidi rendimenti.
La domanda chiave è: tutto questo cambierà e cosa farà muovere la crescita USA, l'inflazione, i tassi di interesse, dollaro?
Al momento, non vediamo alcun driver. Ovviamente i fattori geopolitici possono impattare, ma sono difficili da prevedere. Tuttavia, teniamo costantemente monitorate le crisi potenziali e sfruttiamo la nostra piattaforma di ricerca, che include anche il dipartimento fixed income, per identificare le potenziali minacce.
Quale messaggio vorrebbe trasmettere agli investitori in vista del 2018?
Continueremo ad affrontare molte situazioni complicate, ma restiamo cautamente ottimisti sul fatto che il mercato rialzista, seppur in fase avanzata, non sia ancora in procinto di collassare. La crescita economica lenta è diventata la nuova normalità, ma si tratta pur sempre di crescita. Inoltre, i dati sull’occupazione sono solidi a livello globale. Infine, la performance degli utili sarà cruciale nella prossima fase di questo ciclo azionario, visto che le aspettative sono cresciute insieme alle valutazioni. Ciò potrebbe causare una certa volatilità nel breve periodo, ma se ciò dovesse accadere, non va confuso con la fine del ciclo rialzista. Anzi, ciò creerà delle opportunità per rinnovare il portafoglio. Lo scenario dei fondamentali è sufficientemente solido perché l’azionario globale consolidi i guadagni o guadagni terreno. Noi continueremo a cercare attivamente le aziende durevoli con le migliori opportunità di crescita.
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