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12/6/2017
Il debito governativo è il tallone d’Achille di Italia e Francia: sono state fatte delle riformi importanti negli anni passati, anche se non si vedono ancora i risultati, ma il problema in entrambi i paesi resta l’alto livello di indebitamento. "Il debito pubblico continua a crescere ed è una partita che dovrà essere affrontata prima o poi. E a nostro avviso è meglio farlo prima che la Bce tornerà ad alzare i tassi, anche perché il rischio politico resta in Europa". La view è di Olivier De Berranger (nella foto), il nuovo chief investment officer di La Financière de l’Echiquier all’International Media Seminar, che si è tenuto a fine novembre a Parigi, presso la sede della boutique d’Oltralpe fondata da Didier Le Menestrel.
"Crediamo che la normalizzazione dei tassi sarà graduale negli USA e non credo che la Fed accelererà il ritmo. Fino a quando il Treasury si mantiene attorno agli attuali livelli, l’ambiente sarà ancora favorevole per le asset class rischiose. Molti investitori temono che la situazione sfugga di mano ai banchieri centrali e che potremmo assistere a un nuovo bond crash, come quello visto negli anni ’90. Ma non credo che si verificherà: la leva finanziaria è stata notevolmente ridotta nel settore privato in Europa, mentre negli USA l’indebitamento del settore privato ha raggiunto i livelli del 2007, l’anno precedente lo scoppio della crisi e pertanto è un fattore da monitorare con attenzione. In Europa il problema purtroppo è ancora il debito pubblico” prosegue De Berranger.
Parlando del settore bancario, De Berranger ha ricordato che la politica della Bce ha creato non poche difficoltà alle banche commerciali rendendo il business tradizionale dei prestiti poco profittevole. “Dopo aver toccato il livello più basso, il settore bancario si sta riprendendo dalla crisi e ora deve affrontare le sfide poste dal Fintech e dai Regulators. Nel complesso una view positiva sul comparto, ma al momento preferiamo mantenere una posizione di sottopeso in portafoglio perché il business non è profittevole con i tassi al tappeto. Vediamo delle ottime opportunità, invece, nelle banche europee, per quanto riguarda il debito subordinato grazie al supporto fornito dalle politiche della Bce: in questo segmento del reddito fisso siamo al momento in sovrappeso” conclude De Berranger.
Quanto alla strategia della casa di investimento francese, si mantiene lontana dai bond governativi: i rischi sono troppo alti rispetto ai rendimenti offerti sul mercato e sono scambiati in un mercato non libero per l’eccessivo peso delle banche centrali che si sono riempite negli scorsi anni di titoli di Stato e che nei prossimi anni saranno costrette ad alleggerire i propri bilanci.
Nel reddito fisso Financier de L’Echiquier preferisce orientarsi verso il credito, soprattutto corporate bond e private credit, che forniscono maggiore liquidità e rischio minore rispetto al private equity tradizionale. Nell’azionario, considerando gli attuali livelli dei prezzi, la boutique privilegia le Borse del Vecchio Continente rispetto agli USA, anche perché i flussi da parte dei grandi investitori internazionali (fondi pensioni, grandi gestori, fondi sovrani) sono tornati in Europa.
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