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7/21/2017 | Davide Mosca
Il rischio tasso legato ad una normalizzazione delle politiche monetarie dopo anni di atteggiamento espansivo rappresenta il principale fattore di incertezza che attraversa i mercati nella fase attuale. Un asset che appare meno esposto in questo senso è cosituito, secondo Maarten-Jan Bakkum, senior strategist, emerging markets di NN Investment Partners, dall'universo emergente che a partire dalla fine del 2016 ha visto migliorare i propri fondamentali grazie alla ripresa del commercio mondiale, a cui si è aggiunto, sottolinea Bakkum, "dalla primavera di quest’anno, un chiaro miglioramento nella domanda domestica, determinato dal potenziamento nella crescita del credito per la prima volta in sei anni, in larga misura imputabile agli afflussi di capitale in aumento."
La minore sensibilità degli emergenti alle variazioni dei tassi di interesse ha trovato conferma nelle ultime settimane quando i rendimenti delle obbligazioni si sono innalzati in Europa e negli Stati Uniti, con un impatto marginale sui mercati obbligazionari dei Paesi in via di sviluppo per effetto delle buone attese sulla crescita relative all'intero 2017. "Tuttavia - spiegail senior strategist emerging markets di NN IP Partners - nell’attuale scenario di solido momentum di crescita dei mercati emergenti e di pressione al rialzo sui tassi d’interesse nei mercati sviluppati, l’azionario emergente è chiaramente più attraente dell’obbligazionario, dato che le azioni traggono maggiore beneficio da una fase di crescita accelerata e sono meno sensibili al differenziale dei tassi d’interesse fra mercati emergenti e mercati sviluppati in fase di restringimento."
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