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Una Fed “falco” alza i tassi. Ecco cosa farà secondo i gestori

6/16/2017

La banca centrale americana ha alzato per la quarta volta i tassi di altri 25 punti base e ha annunciato il piano per ridurre gli asset


La Federal Reserve ha alzato per la quarta volta i tassi di altri 25 punti base e ha delineato i piani per iniziare a ridurre i 4.500 miliardi di dollari di asset acquisiti nel corso del programma di acquisto di asset. La decisione, annunciata e scontata già sul mercato, ha portato il tasso di riferimento a 1- 1,25%. Janet Yellen ha affermato che la riduzione del bilancio potrebbe iniziare “relativamente presto”, se l’economia evolvesse come da attese. Per la verità, a seguito della significativa perdita sui dati sull'inflazione di mercoledì pomeriggio e alla notevole reazione di mercato che hanno spinto gli i rendimenti US ai loro livelli più bassi dopo le elezioni americane, la maggior parte si aspettava un messaggio colomba dalla Fed. Ma alla fine Yellen ha assunto al contrario un tono da "falco".

Le previsioni implicano un altro aumento dei tassi per quest’anno e due ulteriori rialzi nel 2018. Cosa pensano i gestori della politica monetaria della banca centrale americana? “Ci aspettiamo ancora un altro incremento di 25 punti base a settembre e due altri rialzi dei tassi nel 2018, con una pausa significativa intorno all’inizio del nuovo anno, in corrispondenza dell’inizio della riduzione del bilancio. Questa proiezione non si discosta molto dai “dot”. Tuttavia, serviranno segnali evidenti dell’incremento di crescita e inflazione, affinché ciò si realizzi” sottolinea Keith Wade, capo economista di Schroders, aggiungendo che i dati sull’inflazione negli Stati Uniti continuano a risultare inferiori alle aspettative, con il tasso core in rallentamento all’1,7% il mese scorso. "La ripresa della crescita dalla metà dell’anno scorso non è stata accompagnata da un aumento del potere di determinazione dei prezzi, mentre sul lato dei costi, la crescita salariale resta debole" prosegue Wade.

"La commissione ha ribadito che l'obiettivo dell'inflazione è quello di ritornare al 2%, nonostante la recente morbidezza e descrivendo il basso livello come transitorio e attribuibile a effetti "unici", come la cure mediche e i prezzi delle telecomunicazioni. Detto ciò, hanno rivisto al ribasso le loro proiezioni sull'inflazione per il 2017, ma per il 2018 e oltre rimangono al 2%” dice François Rimeu, head of cross asset di La Française AM. “Alzando i tassi di interesse USA di 25 punti base all'1,25%, la Federal Reserve ha mostrato la sua fiducia nell'economia e nel quadro finanziario nazionale. La scelta di un quarto aumento dopo la crisi finanziaria, nonché il terzo in sette mesi è sostenuta da un tasso di disoccupazione USA che, il mese scorso, si è attestato al 4,3% - il minimo da 16 anni - e dalla debole crescita del primo trimestre, che fanno ritenere alla Fed che l'economia rimbalzerà rapidamente” aggiunge Mark Sherlock, lead portfolio manager di Hermes Investment Management.

Quanto al programma di riduzione di asset, la Fed intende liquidare 10 miliardi di dollari di Treasury e di MBS, portando l’ammontare a 50 miliardi di dollari al mese dopo 15 mesi. Quale potrebbe essere l’impatto sui mercati finanziari di questa mossa? “Secondo la Banca centrale statunitense è improbabile che si dimostri distruttiva per i mercati, anche se è possibile che, a un certo punto, la stretta generale in termini di liquidità comporti rischi al ribasso sui mercati di capitale” avverte Mitul Patel, head of Interest Rates, Janus Henderson Investors.

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