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3/8/2017
Le donne investono meno degli uomini, soprattutto in Italia. La ragione di questa differenza è la minore disponibilità economica femminile rispetto a quella maschile, risultato del dislivello salariale ancora esistente nel nostro paese. È quanto emerge da Moneyfarm, la società di consulenza finanziaria online con sede in Italia e nel Regno Unito, condotto in collaborazione con YouGov in occasione della Giornata Internazionale della Donna. Analizzando il dato del patrimonio investito, si può osservare una chiara difformità tra i due generi: più di un italiano su tre non possiede alcun investimento, ma la percentuale di donne che decide di non investire i propri risparmi è decisamente più alta di quella maschile – il 39% contro il 29%.
Quando interrogati sulle ragioni che li trattengono dall’investire, gli italiani affermano che il motivo determinante non sia la sfiducia nel mondo della finanza, né la scarsa conoscenza di esso: il 42% degli intervistati ha dichiarato di non guadagnare abbastanza, e il 51% ha affermato di non avere abbastanza risorse finanziarie al netto delle spese. Dall’indagine emerge il quadro di una congiuntura economica difficile in cui gli italiani, in particolar modo la popolazione femminile, riconoscono l’importanza di investire ma non pensano di avere le risorse necessarie per entrare sul mercato. Il gap salariale tra uomo e donna è un fenomeno tuttora persistente in Italia, come dimostra anche una ricerca relativa all’anno 2016 condotta da Job Pricing, che ha quantificato questa differenza in 10 punti percentuali. In media, comparando livelli di anzianità e mansioni simili, gli italiani di sesso maschile guadagnano 29.985, mentre le donne sono ferme a 26.752.
La minor disponibilità economica del sesso femminile genera il paradosso per cui le donne lavoratrici, che avrebbero più ragioni per investire, si trovano impossibilitate a farlo. La mancanza di risorse è anche l’opzione principale tra le motivazioni che incoraggerebbero gli italiani a investire i propri risparmi: ben il 58% indica che un aumento del proprio salario sarebbe un fattore determinante, mentre solo il 38% dei rispondenti dichiara che investirebbe di più se avesse una maggior fiducia nei mercati. Il 14% dei rispondenti sostiene che sarebbe disposto a investire di più se potesse contare su operatori che offrissero costi contenuti.
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