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Sui mercati emergenti i fattori ESG fanno la differenza

12/20/2016

Lo dimostra uno studio di studio di NN Investment Partners, realizzato in collaborazione con l’European Centre for Corporate Engagement


I ritorni da investimenti in società con rating ESG più alti sono maggiori nei mercati emergenti rispetto ai mercati sviluppati. È quanto emerge da un recente studio di NN Investment Partners, realizzato in collaborazione con l’European Centre for Corporate Engagement (ECCE) e che rappresenta la prima indagine approfondita sulle performance dei portafogli azionari dei Mercati Emergenti che utilizzano i criteri ESG. Dallo studio emerge che nei Paesi Sviluppati il momentum (cioè il periodo nel quale politiche e pratiche aziendali vengono migliorate in ottica ESG) è molto più importante per le performance rispetto a un alto rating ESG, mentre nei Paesi Emergenti è utile monitorare sia i cambiamenti nei livelli dei fattori ESG sia i loro valori assoluti. Per un portafoglio efficiente sui Mercati Emergenti, è indispensabile tener conto dell’effetto Paese e delle specificità del settore in cui operano le società quotate prese in esame.

Nel dettaglio, il report evidenzia che, se è vero che in termini assoluti i titoli dei Mercati Emergenti con alti livelli ESG sovraperformano quelli che hanno rating bassi, per la costruzione di un portafoglio di successo è indispensabile tenere conto della grande varietà di culture, regimi regolatori, strutture proprietarie e pratiche di business che determinano differenti approcci ai criteri ESG a seconda del Paese e del settore considerati. Un portafoglio costruito senza una precedente ricerca approfondita che consideri questi elementi sarebbe, nel complesso, inevitabilmente overweight, con un potenziale impatto negativo sulle performance.

Se si investisse in titoli azionari dei Mercati Emergenti con rating ESG assoluti alti senza considerare l’effetto Paese, le dimensioni delle società e del settore in cui operano – lo studio di NN IP lo evidenzia chiaramente – i portafogli azionari potrebbero incorrere in distorsioni di performance e sovrappesare, per esempio, società brasiliane o sudafricane che normalmente hanno rating ESG più alti rispetto a quelli di concorrenti cinesi, perdendo così potenziali opportunità di rendimento. "Dopo aver dedicato due studi accademici alle relazioni tra fattori ESG e performance dei portafogli azionari, la nostra attenzione si sposterà sul mercato obbligazionario corporate con uno studio dedicato già in fase di svolgimento in collaborazione con l’European Centre for Corporate Engagement" commenta Simona Merzagora (nella foto),  managing director di NN IP Italia.

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