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9/26/2016 | Davide Mosca
La transizione di una nazione da Paese a medio reddito a Paese ad alto reddito è sempre un passaggio delicato da un punto di vista degli equilibri economici e sociali. Difficoltà e opportunità risultano amplificate se impegnato nella transizione è un colosso che ha costituito il traino della crescita mondiale nell'ultimo decennio.
La fase di trasformazione che sta attraversando la Cina è giunta a un bivio, sottolinea Alex Wolf, economista mercati emergenti di Standard Life Investments. "Secondo le nostre stime - afferma Wolf - il tasso di crescita dell’economia è sceso al 5% all'anno. Benché le autorità cinesi riconoscano la necessità di ribilanciare e ristrutturare l’economia, al momento devono trovare il modo di giungere ad una serie di compromessi." Tre sono i punti su cui è necessario raggiungere un equilibrio funzionale alla crescita. Il primo è la riduzione controllata dell'indebitamento che significa minore crescita oggi, ma crescita più stabile nel futuro. Secondo aspetto, la riforma del settore finanziario con i policymakers che dovranno rinunciare a parte del loro potere per liberare i consumi e consentire una migliore allocazione delle risorse. Un passo indietro dello Stato dalla scena economica, migliorerebbe, infine, le performance in termini di innovazione e produttività.
"In uno scenario ottimale, in cui ci sia un’accelerazione delle riforme - conclude Wolf - l’economia potrebbe mantenere un tasso di crescita compreso tra il 4 e il 5% annuo per il prossimo decennio. Se il governo non riuscisse a realizzare le riforme, allora la Cina rischierebbe di cadere nella middle income trap, con la diminuzione della crescita potenziale fino addirittura al 2%."
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