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Investimenti SRI: petrolio, ecco perché non disinvestiamo

8/30/2016 | Redazione Advisor

Capital Group spiega che anche negli investimenti responsabili l'approccio migliore è il confronto con le società


Con molti investitori sempre più attenti alle questioni ambientali e sociali, sempre più gestori mantengono un approccio integrato all'investimento responsabile. Tra i temi "caldi", ai primi posti compaiono spesso le questioni sulle risorse non rinnovabili e sui cambiamenti climatici. "Tra le varie questioni ambientali, i nostri professionisti degli investimenti prestano particolare attenzione al complesso tema degli attivi non recuperabili e al dibattito sul disinvestimento dalle società attive nei combustibili fossili" spiega il team di Capital Group dedicato agli investimenti SRI.

"Dal momento che occorre riflettere attentamente prima di operare o meno una tale scelta, abbiamo preso in considerazione l'efficacia di tale approccio e il relativo possibile impatto. La decisione risulta ancora più difficile, tanto più che spesso le prove a sostegno delle credenziali ecologiche di una società non lasciano spazio a dubbi. Ad esempio, l'esclusione delle società petrolifere non si traduce automaticamente nell'investimento in tecnologie energetiche più pulite e rinnovabili" prosegue Capital Group.

"Inoltre, anche il solare e l'eolico, universalmente riconosciuti come forme pulite d'energia, richiedono combustibili fossili e altri minerali rari durante la fase di produzione. Dal momento che il fabbisogno energetico mondiale non può essere soddisfatto con le sole fonti alternative, occorrono ancora forme d'energia più convenzionali. Pertanto, anziché disinvestire, finora abbiamo optato per un confronto con le società al fine di promuovere un maggior numero di azioni a favore del clima per accompagnare la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio. Se da un lato i prezzi bassi dei combustibili fossili potrebbero ridurre temporaneamente la praticabilità economica delle fonti alternative come il solare e l'eolico, dall'altro siamo consapevoli delle conseguenze delle normative sulle emissioni di carbonio, che già determinano vinti e vincitori" prosegue l'asset manager californiano.

Secondo gli analisti di Capital Group, l'attenzione pubblica e l'azione politica sono già a un livello tale da incidere sul settore e sulle decisioni d'investimento: lo dimostra il carbone, la fonte energetica a maggiore intensità di emissioni, dovrebbe risentire non solo delle campagne di disinvestimento, ma anche del crescente sostegno pubblico a favore delle fonti di energia alternative, come il solare, l'eolico e le altre rinnovabili.

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