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7/21/2016 | Davide Mosca
"Nel complesso la situazione non è catastrofica ma molto fragile". Didier Saint-Georges (nella foto), managing director e membro del comitato investimenti di Carmignac, fa il punto dello scenario globale dopo Brexit, focalizzandosi sui principali fattori di rischio, tra cui, tema che coinvolge in modo diretto l'Italia, le fragilità del sistema bancario europeo.
"È un fatto - afferma Saint-Georges - che un terzo dei 1000 miliardi di euro di crediti deteriorati dell'Eurozona è localizzato in Italia e che sarà necessario consolidare il sistema. Intervento - aggiunge - che probabilmete avverà prima della fine dell'estate." Questo perché la Brexit ha contribuito ad acuire le debolezze strutturali dell'economia mondiale e in particolare europea, rendendo particolarmente preoccupante l'eventualità di una ulteriore crisi e molto probabile un'azione a stretto giro di posta delle istituzioni economiche e politiche europee per evitarla.
Rischio politico ed economico si fondono nello scenario del Vecchio continente e il managing director di Carmignac invita a non prendere per certa un'uscita fragorosa della Gran Bretagna dall'Unione europea. "Per la Gran Bretagna - sostiene Saint-Georges - è una questione di sopravvivenza negoziare una certa continuità di rapporti. Sarebbe impensabile agire in modo non democratico (non tenendo conto dell'esito referendario), ma il grado di integrazione economica tra UK e EU è tale il mancato raggiungimento di un accordo ragionevole avrebbe esiti catastrofici."
Il primo impatto delle incognite sul percorso che porterà alla Brexit è sulla fiducia dei consumatori con effetti negativi su produzione industriale e previsioni degli utili societari. Un tema, quest'ultimo - afferma il managing director di Carmignac - che "rappresenta il maggiore rischio per il mercato azionario che subirebbe pesantemente dati ancora una volta inferiori alle attese."
In termini di asset allocation, la gestione del rischio dell'asset manager francese post referendum del 23 di giugno ha fatto registrare, in linea generale, un aumento delle materie prime in portafoglio come strumento di protezione relativamente a volatilità, inflazione e possibile ingresso dei tassi reali in territorio negativo.
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