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7/14/2016
La Bank of England ha deciso di non modificare la propria politica monetaria e ha confermato i tassi di interesse allo 0,5%, livello ormai fissato da marzo 2009. Una decisione che ha spiazzato non pochi operatori che si attendevano un dimezzamento. Il taglio, infatti, era stato preannunciato in qualche modo dal governatore Mark Carney entro l'estate, come stimolo all'economia britannica sullo sfondo delle incertezze del risultato del referendum sulla Brexit del 23 giugno.
"Ci sono due elementi che ci sorprendono di questa decisione. Per prima cosa i mercati avevano previsto un taglio dei tassi d’interesse con una probabilità oltre il 70%, ma la sorpresa più grande è la facilità con cui la Bank of England ha deciso di deludere le aspettative del mercato a così poco tempo dal voto sulla Brexit. Sebbene il taglio dei tassi possa avvenire al prossimo meeting, il ritardo solleva preoccupazioni sull’impatto inflazionistico della debolezza della sterlina e incertezza circa la rapidità con cui l’economia rallenterà la sua crescita" spiega Michael Metcalfe, responsabile global macro strategy di State Street Global Markets.
Guardando al futuro, la banca centrale inglese ora dovrà affrontare una sfida politica enorme. "Se il comitato deciderà di agire ad agosto, sarà piuttosto insolito vedere una banca centrale inflation-targeting tagliare i tassi di interesse a fronte di un’inflazione più alta. Ci aspettiamo, quindi, una sterlina sotto ulteriore pressione nei prossimi mesi e che il comitato continuerà a sfruttare la politica monetaria a supporto della crescita economica, piuttosto che mirare all’inflazione" aggiunge Anthony Doyle, investment director del team retail fixed interest di M&G Investments, secondo cui l'inflazione potrebbe superare l'obiettivo della Bank of England del 2% nel 2017.
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