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Difficoltà Brexit per le banche inglesi

6/29/2016 | Redazione Advisor

Ad affermarlo Ed Booth, Global Banks Analyst, team azionario, M&G Investments.


La Brexit peggiora la situazione delle banche inglesi. Ad affermarlo Ed Booth, Global Banks Analyst, team azionario, M&G Investments che in un report ricorda come "in Gran Bretagna, la moderata crescita dei prestiti non si sia rivelata sufficiente a soddisfare le stime degli analisti ed è probabile che ora questa crescita andrà a svanire, con un rallentamento degli investimenti da parte delle imprese, insieme ad un irrigidimento dei criteri di sottoscrizione, ad esempio nella concessione dei mutui. Le potenziali modifiche ai costi di finanziamento e sui tassi di interesse potrebbero aggravare ulteriormente tale pressione.  Storicamente, i costi si sono mantenuti stabili, per cui l’impatto di una leva operativa di entrate più basse è significativo per gli utili per azione, ancora prima di ulteriori questioni sulle implicazioni della Brexit". 

 

Non solo. Secondo l'esperto di M&G in Europa, il problema dei ricavi per le banche è simile, con i tassi di interesse che sono molto più importanti data la scarsa crescita dei prestiti: meno dell’1% lo scorso anno. "C’è un tale divario tra i tassi di interesse attuali e la media dei tassi sui libri contabili delle banche che l’unico modo per evitare che il trend negativo delle entrate bancarie in diminuzione non impatti sull’anno finanziario 2017 o 2018, sarebbe una grande sorpresa in termini di ripresa economica. Oggi, una sorpresa di questo tipo è una possibilità decisamente remota" spiega Ed Booth.

 

In questi primi giorni, la questione si sta rapidamente concentrando sull’eventualità o meno di una recessione della Gran Bretagna generata dal rallentamento degli investimenti da parte delle imprese e sull’entità di tale recessione. Non solo in termini di prospettive per i tassi di interesse e per la questione delle entrate, bensì in termini di crediti svalutati. "Le banche inglesi portano con sé un’alta leva operativa anche per un contesto di lieve recessione, soprattutto se ciò portasse ad un reale aumento della disoccupazione. I mercati non sanno come potrebbe essere una recessione causata dalla diminuzione degli investimenti da parte delle imprese; le circostanze sono insolite e pertanto le previsioni sulla disoccupazione sono piuttosto incerte" conclude l'esperto

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