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3/7/2016 | Redazione Advisor
Il G20 finanziario svoltosi a Shanghai il 26 e 27 febbraio si è concentrato principalmente sulle prospettive relative alla Cina. Un andamento del summit ampiamente prevedibile secondo Christopher Chu, Fund Manager, Azionario Asia, Union Bancaire Privée che fa notare inoltre come il governatore della People’s Bank of China, Zhou Xiaochuan, abbia attirato gran parte dell’attenzione, rispondendo ai dubbi dei colleghi sull'equilibrio dei tassi di cambio e sui tanto necessari programmi di riforma. Zhou ha ribadito nell'occasione che non sussitono i presupposti per un ulteriore indebolimento dello yuan e che non avrebbe sostenuto le esportazioni con svalutazioni competitive. Dopo la chiusura dei mercati del lunedì successivo al summit del G20, la PBoC ha tagliato il coefficiente di riserva obbligatoria di 50 punti base, una mossa a sopresa sottolinea il Fund Manager, Azionario Asia di UBP, vista la tempistica della decisione. Con il rilascio di una stima di 700 miliardi di yuan nel sistema bancario, la mossa della PBoC è vista come un’estensione dell’allentamento di politica monetaria dimostrando la concentrazione sul mercato interno.
In termini globali, il tema caldo è rappresentato dalla politica di tassi negativi in ambito monetario, vista con crescente preoccupazione. Wolfgang Schäuble, ministro delle finanze tedesco, sulla questione ha dichiarato che “il modello di crescita basato sul finanziamento del debito ha raggiunto il limite.” Due sono i principali problemi legati a tassi negativi, afferma Chu: in primo luogo, "sono visti come politiche irragionevoli, poiché contrastano l'idea che il valore futuro del denaro debba essere maggiore del suo valore attualizzato. In secondo luogo, il funzionamento delle banche diminuisce poiché rinunciano ai costi di deposito per evitare prelievi."
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