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State Street, sugli investimenti pesa la componente "gender"

7/16/2015 | Marcella Persola

Una ricerca condotta dalla società evidenzia come le donne siano maggiormente portate a risparmiare, seppure...


Le donne sono diventate le vere "decision maker" nell'ambito finanziario. A evidenziarlo è una ricerca di State Street denominata "Addressing Gender Folklore" che mostra come la diversità sia una chiave di lettura importante anche nel mondo finance. La ricerca condotta a livello globale mette in risalto come nel processo di investimento e nella costruzione dell'asset allocation la "diversity" giochi un ruolo importante.

 

Ad esempio in Cina non c'è gender gap tra uomini e donne nel processo di investimento, mentre in Brasile è molto alto. Solo il 69% delle donne prende decisioni autonomamente sui propri investimenti contro il 96% degli uomini. Per quanto riguarda l'asset allocation invece negli Emirati Arabi le donne hanno un ammontare allocato in cash minore rispetto agli uomini, mentre in Olanda è pressoché similare. E anche sulla frequenza di trading si possono notare delle differenze. Ad esempio in UK l'83% degli uomini fa trade almeno una volta nel trimestre, mentre per le donne è solo il 44%. In Francia invece solo il 38% degli uomini in confronto al 45% delle donne compie un'operazione di trade nel trimestre. Altri dati che mostrano delle differenze sono quelli relativi alla mancanza di conoscenza dei rendimenti/ritorni e delle commissioni. Nel primo caso, ad esempio in Svizzera l'82% delle donne non conosce il ritorno annuo dei propri investimenti, così come negli Emirati Arabi il 56% delle donne dice di non conoscere la media annua delle commissioni da pagare.

 

E in Italia invece qual è la situazione?

 

Un primo dato positivo è che il 72% delle donne dice di essere l'unica responsabile delle decisioni di investimento, e che tra le motivazioni addotte per il risparmio c'è quello di pensare al proprio futuro. (l'83% delle donne risparmia per la pensione contro il 74% degli uomini). Inoltre le donne destinano al risparmio una somma maggiore rispetto agli uomini, ma l'aspetto sul quale mostrano qualche criticità è quello di come sono investiti questi risparmi.

 

Il 44% lo tiene liquido, il 26% lo investe in obbligazioni, il 22% lo destina alle polizze vita. Sono comunque pronte a discutere su come destinare i propri risparmi, tanto che il 20% delle rispondenti allo studio dice di essere disposta ad essere maggiormente coinvolte nelle decisioni di investimento e nonostante l'80% dice di prendere le decisioni autonomamente, il 14% sente l'influenza che può derivare da un financial advisor. Molto di più rispetto agli uomini.

 

E di strada con le donne investitrici se ne potrebbe fare molta. Infatti seppure il 70% si dice soddisfatta della propria strategia di investimento, il 71% si dice insoddisfatto dei rendimenti, e il 48% vorrebbe avere una relazione più continuativa con il pf.

 

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